Quando Francesco arrivò ad Alessano per incontrare il “suo” don Tonino…
FRANCESCO GRECO - L’elicottero bianco proveniva da Galatina, sfolgorava nel sole della chiara mattinata di primavera: era il 21 aprile del 2018 (esattamente a 25 anni dal dies natalis di don Tonino Bello) quando apparve sul cielo di Alessano. La folla in attesa trattenne il respiro per l’emozione: si stava facendo la Storia.
Atterrò a due passi dal cimitero, in attesa c’erano il parroco di Alessano (Chiesa del SS. Salvatore), don Gigi Ciardo, la sindaca Francesca Torsello e il Vescovo della Diocesi più piccola d’Italia, Ugento-S. Maria di Leuca: S.E. Monsignor Vito Angiuli.
Le telecamere delle tv di tutto il mondo svelarono la loro ansia.
Dopo i saluti di rito, entrarono in silenzio nel cimitero dal lato Nord e si avviarono verso la tomba (opera della creatività dell’ing. Agostino Laganà) di don Tonino, il “costruttore di pace”, che era stato Vescovo di Molfetta, Terlizzi, Giovinazzo e Ruvo di Puglia, mancato esattamente 32 anni fa (20 aprile 1993).
Quante coincidenze!
I maxi-schermi sparsi agli angoli della spianata “Frisi”, sotto l’occhio vigile del Castello di Montesardo aggrappato tenacemente ai fianchi della collina, svelarono Papa Francesco assorto in preghiera sulla tomba del “suo” don Tonino. Attimi intensi, pregni di significati significanti.
Sul viale centrale, il Papa poi salutò i parenti (a cui aveva promesso questo dono), altri momenti carichi di pathos. La piccola pattuglia preceduta dagli uomini della sicurezza uscì dall’ingresso ingresso centrale, dove era in attesa la papamobile.
Che si fece largo fra la folla traboccante per arrivare al palco, dove celebrò la Santa Messa. Alle sua spalle l’icona della Madonna di Finibus Terrae.
C'era anche, fra i sacerdoti, Monsignor Giuseppe Martella, mancato il 7 marzo scorso. All’omelia dipinse con tenerezza (“Profeta di speranza”, “Artigiano di pace”, “Ha seminato questa terra…”) la figura di don Tonino.
“E già Santo”, aveva detto l’8 dicembre 2017 sul piazzale del Santuario-Basilica minore (anno 2000, elevata da Giovanni Paolo II), Monsignor Pietro Parolin, uno dei papabili.
Mancava poco a mezzogiorno quando l’elicottero volteggiò sulle nostre teste diretto a Galatina dove l’aereo del Vaticano decollò per Molfetta dove nel pomeriggio, al Porto, ci fu il seguito della storica giornata, con la Messa celebrata sul molo affollato di gente.
Oggi il dies natalis del Papa venuto da terre lontane, “dalla fine del mondo”…
Atterrò a due passi dal cimitero, in attesa c’erano il parroco di Alessano (Chiesa del SS. Salvatore), don Gigi Ciardo, la sindaca Francesca Torsello e il Vescovo della Diocesi più piccola d’Italia, Ugento-S. Maria di Leuca: S.E. Monsignor Vito Angiuli.
Le telecamere delle tv di tutto il mondo svelarono la loro ansia.
Dopo i saluti di rito, entrarono in silenzio nel cimitero dal lato Nord e si avviarono verso la tomba (opera della creatività dell’ing. Agostino Laganà) di don Tonino, il “costruttore di pace”, che era stato Vescovo di Molfetta, Terlizzi, Giovinazzo e Ruvo di Puglia, mancato esattamente 32 anni fa (20 aprile 1993).
Quante coincidenze!
I maxi-schermi sparsi agli angoli della spianata “Frisi”, sotto l’occhio vigile del Castello di Montesardo aggrappato tenacemente ai fianchi della collina, svelarono Papa Francesco assorto in preghiera sulla tomba del “suo” don Tonino. Attimi intensi, pregni di significati significanti.
Sul viale centrale, il Papa poi salutò i parenti (a cui aveva promesso questo dono), altri momenti carichi di pathos. La piccola pattuglia preceduta dagli uomini della sicurezza uscì dall’ingresso ingresso centrale, dove era in attesa la papamobile.
Che si fece largo fra la folla traboccante per arrivare al palco, dove celebrò la Santa Messa. Alle sua spalle l’icona della Madonna di Finibus Terrae.
C'era anche, fra i sacerdoti, Monsignor Giuseppe Martella, mancato il 7 marzo scorso. All’omelia dipinse con tenerezza (“Profeta di speranza”, “Artigiano di pace”, “Ha seminato questa terra…”) la figura di don Tonino.
“E già Santo”, aveva detto l’8 dicembre 2017 sul piazzale del Santuario-Basilica minore (anno 2000, elevata da Giovanni Paolo II), Monsignor Pietro Parolin, uno dei papabili.
Mancava poco a mezzogiorno quando l’elicottero volteggiò sulle nostre teste diretto a Galatina dove l’aereo del Vaticano decollò per Molfetta dove nel pomeriggio, al Porto, ci fu il seguito della storica giornata, con la Messa celebrata sul molo affollato di gente.
Oggi il dies natalis del Papa venuto da terre lontane, “dalla fine del mondo”…