Bari, parte il Parco della Rinascita sull’ex area Fibronit: oggi piantato il primo albero


BARI – Un gesto simbolico ma dal forte valore civile ha dato ufficialmente inizio al percorso di trasformazione dell’ex area Fibronit: questa mattina il sindaco Vito Leccese ha partecipato alla piantumazione del primo albero del futuro Parco della Rinascita, sorto dove per anni è stato presente uno dei più drammatici simboli di inquinamento da amianto nel capoluogo pugliese.

Accanto al primo cittadino erano presenti Nicola Brescia, presidente del comitato cittadino Fibronit, gli assessori Domenico Scaramuzzi (Cura del Territorio) ed Elda Perlino (Clima, Transizione ecologica e Ambiente), oltre ai familiari di Maria Maugeri – indimenticata protagonista della lunga battaglia contro l’amianto – e alla presidente della Consulta cittadina dell’ambiente Lucia Schinzano.

L’albero piantato è un esemplare di Melia azedarach, noto anche come “albero dei rosari”, pianta altamente resistente e adatta al contesto urbano, simbolo della rigenerazione ambientale e sociale in atto.

“Questo è solo il primo di tanti alberi – ha dichiarato Leccese – che metteremo a dimora per trasformare un luogo di morte in un polmone verde per tutta la città. Il Parco della Rinascita è il nostro modo per onorare le vittime del mesotelioma pleurico e restituire ossigeno ai baresi. Vogliamo inaugurarlo simbolicamente il 21 marzo del prossimo anno”. Il sindaco ha ricordato anche il contributo di Franco Di Mare, scomparso di recente, che definiva questa malattia “una lenta privazione del respiro”.

I lavori in corso

Il cantiere procede secondo il cronoprogramma stabilito dal Pnrr, con termine previsto per marzo 2026. Dopo il monitoraggio del sottosuolo con l’individuazione e messa in sicurezza dei piezometri, il progetto esecutivo è al vaglio dell’ASSET per le verifiche tecniche finali. Sono già stati tracciati i percorsi che comporranno la viabilità interna del parco e, a breve, sarà operativo anche un secondo varco di accesso su via Caldarola, destinato a diventare l’ingresso principale per i mezzi.

Quello che un tempo era un simbolo di dolore e contaminazione – e che, nei primi anni 2000, una proposta del centrodestra voleva trasformare in area edificabile – sta rinascendo come un parco pubblico, memoria viva e riscatto ambientale per l’intera comunità.