Paul Haggis prosciolto dalle accuse di violenza sessuale aggravata: "È la fine di un incubo"
BRINDISI - Il regista canadese Paul Haggis, famoso per il suo premio Oscar per la sceneggiatura di Crash, è stato prosciolto dalle accuse di violenza sessuale aggravata e lesioni. La decisione è stata presa dal gip di Brindisi, che ha disposto l'archiviazione dell’inchiesta che aveva scosso l'immagine del regista 72enne, portandolo anche a subire 14 giorni di arresti domiciliari nel 2022.
Le accuse risalivano a un episodio avvenuto nel giugno del 2018, quando Haggis si trovava in un bed and breakfast a Ostuni, in provincia di Brindisi, dove aveva incontrato una donna inglese di 28 anni. La donna aveva denunciato violenza sessuale, ma le indagini hanno stabilito che non ci furono mai rapporti sessuali non consensuali, come inizialmente accusato. Di conseguenza, sono cadute le pesanti accuse di violenza sessuale aggravata e lesioni che avevano segnato il regista, scatenando grande scalpore sia in Italia che all'estero, con particolare attenzione negli Stati Uniti, dove il caso si inseriva nel contesto di un periodo di crescente sensibilizzazione sui temi legati agli abusi nel mondo del cinema.
Gli avvocati di Haggis, Michele Laforgia e Daniele Romeo, hanno definito la decisione come "la fine di un incubo" che ha ingiustamente danneggiato la carriera del regista, riconosciuto a livello mondiale. "Il nostro cliente è stato vittima di un grave errore giudiziario, che ha avuto ripercussioni devastanti sulla sua vita professionale e personale", hanno dichiarato i legali. "Paul Haggis è un genio del cinema, apprezzato in tutto il mondo, e finalmente può guardare avanti con speranza".
La notizia dell'archiviazione è giunta mentre Haggis si trovava ancora in Italia, dove ha ricevuto il provvedimento con una certa emozione. Domani, giovedì 8 maggio, alle ore 10:30, il regista terrà una conferenza stampa presso gli uffici dello studio legale Polis Avvocati a Bari, insieme ai suoi avvocati, per commentare la vicenda e ribadire la sua innocenza.
L'archiviazione del caso segna quindi la fine di un capitolo doloroso per Haggis, ma anche il ritorno alla sua carriera e alla sua reputazione, messe a dura prova da un'accusa che si è rivelata infondata.