Lecce, blitz della Polizia Penitenziaria in carcere: sequestrati 12 telefoni e 400 grammi di droga
Il SAPPE: “Servono più agenti e misure urgenti contro l’ingresso di materiale illecito”
LECCE – Ancora una brillante operazione della Polizia Penitenziaria presso il carcere di Lecce, dove nella notte è stata effettuata una perquisizione straordinaria all’interno delle sezioni detentive. Il blitz ha portato al sequestro di 12 telefoni cellulari e di circa 400 grammi di droga, tra hashish e cocaina.
Un risultato che conferma l’efficacia e la determinazione del personale in servizio, nonostante le gravi carenze di organico e il crescente sovraffollamento della struttura, che ospita quasi 1.300 detenuti a fronte di meno di 800 posti disponibili.
Il SAPPE – Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria ha espresso soddisfazione per il sequestro, lodando il lavoro del comando e di tutto il personale operante:
“Con coraggio e senso di responsabilità – si legge in una nota – continuano a garantire minimi livelli di sicurezza, in un contesto sempre più difficile e pericoloso”.
Il sindacato torna però a lanciare l’allarme sull’emergenza sicurezza e organico nelle carceri pugliesi, e in particolare su quello di Lecce, evidenziando come il fenomeno dell’ingresso di droga e telefonini sia spesso legato all’uso illecito di droni da parte della criminalità organizzata, che riesce a far arrivare il materiale direttamente nelle aree detentive.
“È inaccettabile – denuncia il SAPPE – che l’amministrazione penitenziaria continui a ignorare le nostre proposte, come l’installazione di semplici reti davanti alle finestre e negli spazi aperti per bloccare i droni. Si tratta di misure efficaci, a basso costo e di facile attuazione”.
Il sindacato chiede inoltre l’invio urgente di almeno 100 agenti a Lecce per far fronte all’emergenza sicurezza, oltre a misure concrete per ridurre il sovraffollamento.
Per sollecitare interventi immediati, nei giorni scorsi il SAPPE ha presentato un esposto alla Corte dei Conti regionale di Bari contro i vertici dell’amministrazione penitenziaria nazionale, accusati di “inadeguata gestione” del sistema carcerario. In particolare, viene sottolineato il paradosso dei dati: mentre a livello nazionale il tasso di sovraffollamento si attesta intorno al 125%, in Puglia si è ormai superato il 160%, con possibili danni economici per lo Stato, costretto a risarcire i detenuti per violazioni delle norme europee sui diritti umani.
“A Roma stanno scherzando col fuoco – conclude il SAPPE – e a bruciarsi rischiano di essere, come sempre, gli agenti penitenziari, agnelli sacrificali di un sistema inefficiente e irresponsabile”.
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