Madre intenzionale: la Corte Costituzionale dichiara l’incostituzionalità del divieto di riconoscere i figli nati da PMA


Il sindaco di Bari Leccese: “Vittoria dei sindaci che hanno scelto di difendere i diritti dei bambini”

ROMA – La Corte Costituzionale ha stabilito oggi che è incostituzionale il divieto per la madre intenzionale di riconoscere come proprio figlio il minore nato in Italia da procreazione medicalmente assistita (PMA), praticata legittimamente all’estero. Una sentenza storica che riconosce pienamente i diritti dei minori e sancisce un principio fondamentale: ogni bambino ha diritto, sin dalla nascita, a un riconoscimento giuridico certo e stabile da parte di entrambi i genitori, nel rispetto dell’art. 30 della Costituzione.

Il pronunciamento della Consulta interviene su una lacuna giuridica che per anni ha negato tutela ai bambini nati da coppie omogenitoriali, ostacolando il riconoscimento della madre intenzionale – colei che ha condiviso fin dall’inizio il progetto genitoriale ma che, secondo la normativa italiana, non aveva titolo legale per essere considerata madre.

Soddisfatto il sindaco di Bari, Vito Leccese, che ha commentato così la decisione della Corte:

“La sentenza mette finalmente al centro i diritti delle bambine e dei bambini, riconoscendo loro uno stato giuridico stabile e coerente. Dire che questo orientamento ci sorprende sarebbe falso: corrisponde pienamente alle motivazioni con cui noi sindaci abbiamo, con consapevolezza e determinazione, scelto di trascrivere gli atti di nascita nel solo interesse dei minori.”

Leccese ha sottolineato come questa decisione rappresenti una vittoria della giustizia e del buon senso, e soprattutto del coraggio di tanti sindaci che, superando appartenenze politiche e pressioni ideologiche, hanno scelto di anteporre la tutela dell’infanzia a qualsiasi considerazione formale:

“Il dovere di un sindaco è garantire pari diritti e dignità a tutti i cittadini. E questo vale ancora di più quando parliamo di bambini, che non possono essere usati come strumenti di battaglia politica.”

La sentenza è destinata ad avere ripercussioni significative sull’ordinamento italiano: oltre a sanare situazioni giuridiche spesso fonte di insicurezza per molte famiglie arcobaleno, apre finalmente la strada a un riconoscimento pieno e non discriminatorio della genitorialità.

Una svolta attesa da anni, che segna un passo avanti fondamentale nella tutela dei diritti civili e dei diritti dei bambini in Italia.