Umbertino, ennesima notte di caos e schiamazzi: “Altro che episodio isolato, la realtà è ben diversa”
BARI – “Ore 01:48. Se non butti l’acqua, noi non ce ne andiamoooo” – questo l’ennesimo coro urlato nella notte tra il 17 e il 18 maggio nel quartiere Umbertino, a Bari, documentato da un residente esasperato e condiviso tramite un video e un lungo post nel gruppo Facebook del rione. Una scena che, purtroppo, sembra essere diventata abituale e non più eccezionale, come invece sostenuto da alcune “narrazioni ufficiali”.
Il riferimento è chiaro: “Altro che ‘tutto va bene’ o ‘quanto avvenuto nelle notti in concomitanza con San Nicola è stato un episodio’. Qui è la normalità, e avviene ogni fine settimana”, si legge nel post.
Il messaggio, corredato da una diretta registrata, pone l’accento su un problema annoso e ormai strutturale: il rumore molesto, la somministrazione di alcol ben oltre la mezzanotte, e la totale assenza – secondo chi vive nel quartiere – di controlli efficaci.
“Ci domandiamo: ma la somministrazione all’esterno di alcool non è vietata dalla normativa nazionale dopo le ore 24? Chi controlla il rispetto di tale divieto, visto che le sanzioni vanno da 4.000 a 12.000 euro, e in caso di reiterazione si rischia la chiusura dell’esercizio?”
Una domanda rivolta direttamente all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine, accusate di presenziare ma non intervenire.
Nel mirino del post anche le tanto pubblicizzate misure di contenimento del fenomeno, come il “codice di autoregolamentazione” firmato mesi fa da esercenti e istituzioni, e che prevedeva l’impiego di Noise Ambassador, personale di vigilanza, videosorveglianza condivisa e altre azioni concrete: tutte misure che, secondo i residenti, “o non sono mai state attuate, o sono del tutto inefficaci”.
“Noi continuiamo a documentare. Altro, allo stato, non possiamo fare – denuncia l’autore del post –. Un domani qualcuno dovrà rispondere per questa persistente lesione di diritti costituzionalmente garantiti, che oramai si protrae da anni.”
Il malcontento è palpabile, e la conclusione è tanto amara quanto determinata:
“I residenti non sono cittadini di serie B, e i loro diritti non possono essere continuamente sacrificati per meri interessi effimeri. Altro che ‘ci vuole buon senso da parte di tutti’, includendo nel tutti anche chi questi diritti li subisce, non solo chi li infrange. Ci sarà pure un giudice a Berlino.”
La situazione nell’Umbertino, dunque, resta tesa. E mentre l’estate si avvicina – con il suo carico di movida e turisti – la richiesta dei residenti è chiara: rispetto delle regole, presenza reale delle istituzioni e tutela della vivibilità del quartiere.