Violenza e illegalità nella Bat, Ciliento: "Esempi sbagliati e falsi modelli, serve educare ai veri valori"
BARLETTA – Un nuovo grido d’allarme si leva dalla provincia Bat dopo l’ennesimo episodio di violenza che ha sconvolto la comunità di Barletta, teatro nelle ultime ore della terza vittima in pochi anni in un clima di crescente paura e insicurezza. A intervenire è Nicola Ciliento, che invita a riflettere sul degrado sociale e culturale che si sta radicando nel territorio, soprattutto tra le giovani generazioni.
«Non possiamo restare indifferenti – afferma Ciliento –. Papa Francesco ha più volte indicato la strada della non violenza come unica via da seguire, e oggi, più che mai, questo insegnamento risuona come un richiamo urgente». Un messaggio che si fa ancora più forte di fronte al dilagare dell’illegalità, dei falsi miti e dei modelli sbagliati che stanno conquistando spazi vitali nella vita dei ragazzi.
Barletta, come altre realtà della provincia, sta vivendo una fase delicata, in cui la legalità e il rispetto sembrano perdere terreno rispetto a fenomeni di devianza e microcriminalità. E mentre le forze dell’ordine sono al lavoro per fare luce sull’ultimo tragico evento, cresce la consapevolezza che servano risposte educative e sociali, prima ancora che repressive.
«Serve un’azione corale – continua Ciliento –. Le istituzioni, le famiglie, le scuole e le associazioni devono assumersi la responsabilità di offrire modelli positivi, strumenti di crescita e occasioni di riscatto. La cultura della legalità deve essere vissuta e testimoniata ogni giorno, non imposta ma condivisa, incarnata nei gesti concreti della quotidianità».
Ciliento sottolinea l’urgenza di costruire reti sociali solide, capaci di offrire punti di riferimento alternativi ai giovani: «Lo studio, l’onestà, l’impegno, la solidarietà, il dialogo, la non violenza devono tornare al centro dell’educazione e della vita pubblica. Solo così potremo parlare di una vera rinascita civile».
Un appello forte, quello di Ciliento, che invita a scegliere da che parte stare: dalla parte della legge, del rispetto reciproco, della giustizia e della speranza. Perché “educare ai veri valori” è l’unico antidoto possibile contro il buio della violenza e dell’indifferenza.