Caos al carcere minorile di Bari: evasioni, incendi e proteste del SAPPE


BARI – Continua a tenere banco la vicenda dell’evasione dal carcere minorile “Fornelli” di Bari, avvenuta nei giorni scorsi. Mentre le autorità sono ancora impegnate nelle ricerche del giovane fuggitivo, il clima all'interno dell’istituto penitenziario resta rovente, in tutti i sensi.

A denunciarlo è il SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), che attraverso una nota durissima segnala una nuova serie di episodi critici avvenuti all’interno della struttura. Stando a quanto riferito dal sindacato, nella giornata di ieri un gruppo di detenuti – definiti come "marocchini del secondo gruppo" – avrebbe dapprima appiccato un incendio e successivamente praticato un foro nel muro che conduce al locale refettorio, grande abbastanza da permettere il passaggio di una persona minuta. Le motivazioni dell’atto restano ignote, ma il SAPPE sottolinea come non si sia trattato di una “bravata”.

Secondo la stessa fonte, nessun provvedimento sarebbe stato adottato dopo il primo episodio, e questa mattina lo stesso gruppo avrebbe nuovamente dato fuoco a materiali all’interno dell’istituto, aggravando la situazione igienico-sanitaria e costringendo gli agenti a lavorare tra fumo acre, sporcizia e tensioni sempre più alte.

In questo contesto particolarmente delicato, il SAPPE segnala anche un fatto ritenuto “inappropriato”: l’autorizzazione all’ingresso di una scolaresca per una visita nella sala teatro del carcere. “Se ciò fosse confermato – si legge nella nota – riteniamo l’iniziativa fuori luogo, per non dire altro, data la gravità del momento”.

Intanto, sarebbe in corso un’ispezione ministeriale giunta da Roma per fare luce sull’evasione. Tuttavia, il SAPPE si interroga sul perché, nonostante la situazione critica, non siano state adottate misure straordinarie, come lo sfollamento di alcuni detenuti o il rafforzamento delle misure di sicurezza, che il sindacato definisce “praticamente inesistenti”. La denuncia è esplicita: “La struttura sembra fatta di burro. Il rischio per la sicurezza non è solo interno, ma si estende anche al territorio”.

Il sindacato punta il dito anche contro il sistema giudiziario minorile, chiedendo un intervento del Prefetto di Bari e un ripensamento del codice penale in merito ai reati commessi dai minori. Tra i casi segnalati, quello di un giovane detenuto accusato di aver ucciso un amico d’infanzia e di averne bruciato il corpo, su ordine di un clan mafioso, che era stato assegnato al carcere minorile di Bari, “nonostante l’assenza di misure di sicurezza adeguate”.

Il SAPPE conclude la propria nota esprimendo la preoccupazione che le responsabilità dell’evasione vengano scaricate sulla polizia penitenziaria, sottolineando invece le condizioni di lavoro estreme in cui operano gli agenti, spesso soli e privi di strumenti adeguati.

Infine, il sindacato lancia l’allarme sull’aumento dei reati commessi da minori in Italia, che sarebbero passati – secondo dati Criminalpol – dal 4% del 2023 all’11,8% nel 2024. “Se non si adotteranno provvedimenti concreti come già avvenuto in altri Paesi, l’Italia sarà messa a soqquadro da questi ‘bravi ragazzi’”, conclude amaramente il SAPPE.