Desio: ''Il nuovo Ep è nato in un momento buio della mia vita''



É disponibile per Piuma Dischi, il nuovo EP di Desìo, cantautore classe 2003 - cresciuto in una famiglia amante della musica che, sin da piccolo, si è avvicinato presto al pianoforte e alla batteria, sviluppando una passione che lo ha portato a intraprendere la carriera musicale.

“Via”, questo il titolo disco, è un nuovo è importante capitolo di un viaggio interiore, un percorso che attraversa sette canzoni nate in un grande momento buio. Un giorno tutto sembra andare per il meglio, e quello dopo, improvvisamente, crolla ogni certezza. Paure, ansie e dubbi diventano compagni di viaggio inevitabili. Come si supera un periodo del genere? Non esiste una risposta semplice, ma una possibilità è mettersi in movimento: viaggiare, cambiare prospettiva, liberare la mente da tutto ciò che la opprime. “Via” è proprio questo: la ricerca di un’uscita, di una strada nuova, anche quando sembra impossibile trovarla.

Ogni brano rappresenta una tappa diversa di questo percorso, tra momenti di profondo smarrimento e barlumi di speranza. Non è un cammino lineare: ci sono passi avanti, cadute, ripartenze. Ma alla fine resta l’idea che, nonostante tutto, una via d’uscita esiste sempre. Bisogna solo avere il coraggio di cercarla.

Hai mai avuto occasione di venire in Puglia?

In Puglia ci sono stato solo da turista, in particolare una volta a Vieste, di cui conservo un ricordo bellissimo. Mi ricordo che mi aveva colpito tanto il senso di pace e l’autenticità dei luoghi e delle persone. Anche se non ho ancora avuto occasione di suonarci, mi piacerebbe molto portare il mio progetto “Via” proprio in quei luoghi, perchè sarebbe come chiudere un cerchio, condividendo le mie canzoni in un posto che, pur essendo lontano da casa, mi ha dato una sensazione di familiarità unica.

Il titolo del tuo EP, "Via", evoca qualcosa che parte, che si allontana o che cambia direzione. Che tipo di percorso personale e musicale rappresenta questo lavoro per te?

Il titolo “Via” nasce da un’urgenza molto personale. È quella voglia profonda di andarsene, di ricominciare, di lasciare alle spalle un momento difficile, ma allo stesso tempo c’è anche il desiderio di trovare una nuova direzione. Per me questo EP è stato un vero e proprio passaggio, quasi un momento di transizione, sia a livello personale che musicale. Ho iniziato a scriverlo in un periodo di fragilità, ma mentre i brani prendevano forma sentivo di mettere un po’ di ordine dentro me stesso. È più un viaggio dentro di me che una semplice raccolta di canzoni.

I brani dell’EP sembrano muoversi tra fragilità e determinazione. Come hai costruito questo equilibrio emotivo e sonoro?

E' venuto fuori in modo naturale, perché le emozioni da cui sono partito erano davvero intense e difficili, e avevo bisogno di raccontarle in modo autentico, senza filtri. Alcune canzoni sono intime, quasi sussurrate, altre più decise, come se, nonostante la tristezza, avessi comunque una voglia forte di reagire a ciò che mi stava succedendo. Anche dal punto di vista sonoro ho voluto rispettare questo contrasto: atmosfere acustiche, con il pianoforte protagonista, molto dilatate, anche se poi ci sono dei momenti in cui si apre uno spiraglio, una luce, come una speranza che spunta. E per fortuna, alla fine, quella speranza c’è davvero.

In un panorama musicale spesso frenetico, "Via" ha un andamento quasi meditativo. E' stata una scelta consapevole quella di rallentare il passo, anche nel suono?

Sì, assolutamente. In un’epoca in cui tutto sembra correre veloce, sentivo il bisogno di fare il contrario: prendermi il mio tempo, ascoltare davvero cosa avevo dentro da dire e farlo con calma, a modo mio, senza farmi condizionare da quello che succedeva fuori. “Via” non vuole urlare messaggi forti o slogan, ma semplicemente parlare e arrivare a chi ascolta, in profondità. Ho scelto di usare suoni semplici ed essenziali per lasciare spazio alle parole e a tutto quello che c’è sotto la superficie delle emozioni.

Hai mai collaborato con realtà artistiche della Puglia?

Non ho ancora avuto modo di collaborare con artisti pugliesi, ma la Puglia in qualche modo ha già fatto parte della mia formazione musicale. Ho sempre ascoltato con grande ammirazione Caparezza e Renzo Rubino, due artisti molto diversi tra loro, ma entrambi capaci di unire profondità e originalità. Li stimo davvero tanto, sia per la scrittura che per l’identità forte che portano nella loro musica.