Francavilla Fontana, svolta nel caso Argentina: non fu omicidio, scarcerato l’anziano padre
FRANCAVILLA FONTANA – Non fu ucciso dal padre. È questa la clamorosa svolta nell’inchiesta sulla morte di Stefano Argentina, il 44enne deceduto lo scorso marzo all’ospedale Perrino di Brindisi. Secondo quanto emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale Domenico Urso, la causa del decesso non è da attribuire alle coltellate ricevute, bensì a una crisi cardiorespiratoria provocata da un già precario stato di salute.
Un elemento decisivo che ha portato alla scarcerazione di Angelo Argentina, 72 anni, unico indagato e padre della vittima. L’uomo, difeso dall’avvocato Massimo Romata, era inizialmente stato sottoposto a detenzione in carcere e, successivamente, agli arresti domiciliari. Ora è tornato in libertà grazie all’ordinanza emessa dal gip Vittorio Testi, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Alfredo Manca.
La decisione del giudice si fonda proprio sulle conclusioni del consulente tecnico nominato dalla Procura, le quali mettono in discussione i gravi indizi di colpevolezza che avevano giustificato il fermo dell’anziano genitore. Viene infatti esclusa la sussistenza di un nesso di causalità tra le ferite riportate da Stefano durante il litigio e il successivo decesso.
I fatti risalgono a un acceso scontro tra padre e figlio, avvenuto davanti alla villetta di famiglia in contrada Cicoria, nelle campagne tra Francavilla Fontana e Villa Castelli. In quella circostanza, Stefano ebbe la peggio: ferito, fu dapprima ricoverato all’ospedale Camberlingo e poi trasferito al Perrino di Brindisi, dove morì il giorno successivo.
Inizialmente si era parlato di omicidio volontario, accusa con cui Angelo era stato arrestato. Ma le nuove risultanze investigative sembrano far vacillare questa ipotesi, orientando la vicenda verso un possibile riqualificazione del reato in lesioni personali.
Un epilogo inaspettato che cambia radicalmente il quadro giudiziario e umano di una vicenda drammatica, consumatasi all’interno di un contesto familiare segnato da tensioni, ma che ora assume contorni meno netti e sicuramente più complessi.