Grave crisi umanitaria in Palestina, il Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica prende posizione: “Condanna ferma contro le violazioni di Israele”
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Una mozione approvata dal Consiglio esprime solidarietà al popolo palestinese e chiede alle istituzioni italiane azioni concrete nel rispetto dei diritti umani e della Costituzione
BARI – Il Consiglio del Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica ha approvato una mozione di forte condanna contro le “gravissime violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario” commesse dallo Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese, con particolare riferimento alla Striscia di Gaza e alla Cisgiordania.
Il documento, approvato nei giorni scorsi, nasce da un’esigenza di “responsabilità etica” e si basa su dati forniti da fonti indipendenti e internazionali come OCHA e The Lancet: oltre 60.000 morti a Gaza da ottobre 2023 (secondo alcune stime 70.000), più di 115.000 feriti, oltre 2 milioni di sfollati, un blocco degli aiuti umanitari in vigore da marzo 2025 che priva la popolazione di cibo, acqua potabile, cure sanitarie e condizioni igienico-sanitarie essenziali.
Il Consiglio prende posizione con chiarezza: “Preferiamo rischiare distorsioni piuttosto che restare in silenzio. Non ci sottraiamo alla denuncia di una tragedia immane. Rifiutiamo ogni forma di antisemitismo, così come rigettiamo l’uso strumentale di questa accusa per giustificare lo sterminio in atto”.
La mozione esprime solidarietà a tutte le voci critiche, sia israeliane che palestinesi, che chiedono un cessate il fuoco immediato, la fine delle attività criminali contro i civili, e il ripristino del diritto internazionale. In particolare, si richiama il Parere della Corte Internazionale di Giustizia del 19 luglio 2024, che impone a Israele lo smantellamento delle colonie e il ritiro dai Territori Occupati.
Le richieste del Consiglio
Nel dettaglio, il Consiglio chiede:
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La cessazione immediata delle ostilità e un cessate il fuoco duraturo, anche per garantire la liberazione degli ostaggi;
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La riapertura sicura dei corridoi umanitari;
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Il sostegno morale e politico agli obiettori di coscienza israeliani e palestinesi, attivisti nonviolenti che rifiutano la guerra;
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Il pieno rispetto delle deliberazioni ONU e del diritto internazionale umanitario;
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L’adempimento da parte delle Istituzioni italiane delle indicazioni della Corte Internazionale e delle risoluzioni dell’Assemblea Generale ONU;
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Un impegno forte e concreto per la via diplomatica, verso una pace giusta, il riconoscimento dell’autodeterminazione del popolo palestinese e la fine dell’occupazione.
Accoglienza accademica e rapporti culturali
Il Consiglio sollecita infine il Ministero dell’Università e della Ricerca a riservare ai colleghi palestinesi misure analoghe a quelle già adottate nel 2022 per i ricercatori ucraini, come la creazione di posizioni di visiting professor. Inoltre, invita alla massima attenzione nei rapporti accademici con istituzioni israeliane, affinché ogni collaborazione avvenga solo con realtà che abbiano preso una netta distanza dalle violazioni in atto.
La mozione del Dipartimento si conclude ribadendo il rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali, in linea con l’articolo 11 della Costituzione italiana, e il no a ogni forma di colonialismo.
Un documento netto, che esprime una posizione istituzionale chiara e un invito al mondo accademico e alle istituzioni a non voltare lo sguardo di fronte a una catastrofe umanitaria senza precedenti.