Intervista alla band Tendha: ''La Puglia evoca un senso di tempo sospeso e di bellezza selvaggia''


''Everything is better for me" è il nuovo video dei Tendha, estratto dal loro album di debutto. Quello dei Tendha è un invito a liberare l'immaginazione e a riconnettersi con il bambino che è in noi: il loro è un disco che si trasforma in una riflessione sull'importanza dell'immaginazione nella nostra vita, passando i confini di genere, stratificandosi di influenze e suggestioni in un tempo di algoritmi ed etichette. L'album di debutto dei Tendha, dal titolo "Soap doesn't exist because it can't be told" è uscito venerdì 17 gennaio 2025, in distribuzione Believe Music Italy.

L’ispirazione artistica dei Tendha nasce dalla passione per le colonne sonore dei videogiochi 8 bit degli anni ’80/’90, originariamente create combinando non più di quattro strumenti virtuali contemporaneamente. Nei brani dei Tendha, quindi, le voci maschili e femminili si intrecciano con i suoni gravi del clarinetto basso, mentre l’accompagnamento pulsante della batteria e dei sintetizzatori fa da cornice alle diverse composizioni originali.

Siete mai stati in Puglia, per vacanza o per suonare? 

Sì, abbiamo avuto la fortuna di visitare la Puglia diverse volte, anche se al momento mai con la formazione dei Tendha. Speriamo davvero un giorno di poter portare la nostra musica in questa regione, perché a livello artistico offre un'infinità di spunti. C'è una forza vitale inesauribile che si percepisce ovunque. La Puglia evoca immediatamente un senso di tempo sospeso, di mistero e di bellezza selvaggia.

Nel vostro nuovo videoclip si respira un’estetica molto curata e simbolica: come nasce l’idea visiva dietro al brano?

Per il nuovo videoclip, l'idea è nata da un episodio buffo realmente accaduto e, sostanzialmente, il video non ha un significato didascalico o un "vero e proprio" senso, sposando un'estetica nonsense. Abbiamo cercato di tradurre in immagini le atmosfere e le suggestioni del brano, inserendo elementi e situazioni che provengono dal mondo dei videogiochi. Ci sono momenti giocosi che si contrappongono ad altri più eleganti e seri. La scelta delle location è stata cruciale per la buona riuscita di questa idea. Il nostro amico Alessandro Monestiroli, grande appassionato e collezionista di videogiochi vintage, ci ha gentilmente concesso l'accesso alla sua abitazione, dandoci modo di esplorare liberamente ogni angolo della casa e di trovare gli ambienti perfetti.

La vostra musica fonde elementi post-rock, elettronici e psichedelici: come lavorate alla costruzione del suono e cosa vi guida nell’equilibrio tra sperimentazione e accessibilità?

Per noi, questi generi non sono compartimenti stagni, ma linguaggi complementari che ci permettono di esprimere una visione personale. Gli elementi post-rock ci consentono di creare ampie architetture sonore e dinamiche. L'elettronica, che esprimiamo spesso con suoni a 8-bit, ci offre la libertà di esplorare texture sonore provenienti dall'estetica dei videogiochi, aggiungendo un tocco di nostalgia e un immaginario sonoro e visivo che arricchisce ogni brano. La chiave per noi è trovare quel punto in cui la sperimentazione non è fine a se stessa, ma serve a veicolare un'emozione o un racconto. Cerchiamo di mantenere sempre un'anima melodica, un filo conduttore che possa guidare l'ascoltatore anche nei passaggi più complessi. Nello specifico, la scrittura dei brani ci fornisce le strutture portanti, le armonie e i momenti più arrangiati che definiscono l'identità del pezzo. All'interno di queste strutture, però, lasciamo ampi spazi all'improvvisazione. Ogni musicista ha la libertà di esprimersi, sia con soli estesi sia con interventi più brevi e interazioni spontanee. Il segreto è la chimica tra i membri della band: ci ascoltiamo attentamente e reagiamo alle idee degli altri, creando un flusso musicale vivo e in continua evoluzione.

Che ruolo ha il tempo, il sogno o la dimensione onirica nei vostri testi?

Nei nostri brani, i testi sono un elemento non primario, ma uno strumento musicale vero e proprio nel senso più puro del termine. Non sono intrinseci di un significato univoco o di un evidente impegno comunicativo. Non ci interessa tanto la cronaca, quanto la risonanza emotiva che può essere veicolo di un senso onirico prettamente nonsense delle composizioni. Il nuovo video è un'esemplificazione di questo concetto: vuole essere un portale, un invito a superare la realtà per esplorare un paesaggio emotivo e simbolico che viene amplificato dal legame intrinseco che il mondo dei videogiochi ha con la nostra musica e la nostra estetica.

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