Intervista a Samuele Cavallo: da ''Un posto al Sole'' alla passione per la musica


È disponibile su tutte le principali piattaforme digitali “Restare Lontani”, il nuovo singolo del cantautore, attore e musicista pugliese Samuele Cavallo. Scritto a quattro mani con Samuele Sfingi, il brano è prodotto da Nicolò Fragile per l’etichetta Hit Factory e mixato al Bach Recording Studio di Milano. Il brano affronta un tema universale e complesso: l’amore che lascia andare. 

Samuele Cavallo, noto per il suo ruolo all'interno della soap ''Un posto al sole'', si racconta in questa intervista e apre il suo cuore parlando della sua famiglia e del ricordo che porta con se del suo papà. 

Samuele, che periodo è della tua vita? 

Sono in una fase di consolidamento. Veder realizzato il nucleo familiare , la ricerca delle scelte giuste nel lavoro, lo sforzo di incanalare le energie per le cose che sento importanti, per i rapporti che sento importanti. Un periodo in cui la presa di coscienza prevale sull’istinto. Anche se , per indole, tante scelte continuò sempre a farle di pancia.

Cosa racconta ''Restare Lontani''? 

Tratta un tema a me caro, volevo infatti raccontare attraverso la musica l’importanza di amare, avendo la capacità di lasciare andare chi ami. Per quanto sia difficile, spesso è necessario per rendere felice l’altra persona quando i progetti di vita non coincidono più . Un amore non più corrisposto non significa un fallimento, bensì può essere un’apertura per entrambi verso qualcosa di nuovo, mettendo al primo posto la felicità dell’altro.

In cosa è simile al personaggio che interpreta nella soap ''Un posto al sole''?

Abbiamo vite diverse, caratteri quasi opposti. Sicuramente abbiamo entrambi la passione per la musica e ci piace l’ironia ma io la colgo dalla vita di ogni giorno, al bar, per strada, in casa, a lavoro , tra la gente, “Samuel” la esterna dal suo modo di essere. 

Come ha superato la perdita di suo padre? 

Non l’ho mai superato. Ci convivo. Una convivenza forzata, accettata grazie all’aiuto della terapia, prima della quale ero caduto in una fase di ipocondria che mi ha messo a dura prova. 

Che ricordi conserva di lui? 

Pochi purtroppo. Ho vissuto poco il rapporto con mio padre, per varie vicissitudini nella prima fase della mia vita e per mia scelta in un secondo momento : non mi sentivo amato. Poi si cresce, si capiscono tante cose, ho perdonato l’immaturità e ho visto un tentativo di riscatto. Ho vissuto il rapporto affettivo con mio padre poco prima che si ammalasse e il rapporto padre/figlio nel periodo più difficile , dove quando lui ha avuto bisogno, io c’ero, illudendomi anche che insieme saremmo tornati felici e più forti. Sicuramente mi ha dato l’amore per la musica. Lui la amava e io e desideravo farmi apprezzare da lui avevo capito che col canto avevo una chance. Ho iniziato a cantare per questo.

Che papà è Samuele? 

Lo sto scoprendo giorno dopo giorno. Sicuramente cerco lo spazio per impegnarmi in questo ruolo. E mi accorgo che il rapporto con mia figlia devo costruirlo senza trascurarlo perché è lì che mi guadagno il suo affetto e soprattutto la sua fiducia. Il fatto che spesso sono lontano da casa per lavoro è un ostacolo , ma cerco sempre di trovare il tempo per essere una presenza costante nella sua vita, perché per me è una priorità. 

Cosa diresti al Samuele di qualche anno fa? 

“È stata dura. Non ci sono stati sconti. Potevi essere più spensierato. Ma ti perdono, perché infondo, se oggi sei le scelte che hai fatto , lo devi anche a quel Samuele”