Khamenei canta vittoria dopo la guerra dei 12 giorni: “Schiaffo all’America, sconfitta Israele”
La Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, è riapparsa pubblicamente in un videomessaggio trasmesso dalle televisioni di Stato per celebrare la fine della cosiddetta “guerra dei 12 giorni”, che ha infiammato il Medio Oriente in un’escalation senza precedenti. Rivolgendosi alla popolazione, Khamenei ha dichiarato:
“Congratulazioni alla grande nazione iraniana per la vittoria sul regime israeliano”, aggiungendo che l’Iran ha saputo resistere e reagire con forza “alle pressioni e agli attacchi delle potenze occidentali”.
Nel suo intervento, il leader iraniano ha riservato parole dure anche per gli Stati Uniti, affermando che “Trump esagera l’impatto dei raid sui siti nucleari. La Repubblica Islamica ha dato un duro schiaffo all’America”. Una chiara risposta alle dichiarazioni rilasciate da ambienti statunitensi circa i danni inflitti alle infrastrutture nucleari iraniane durante il conflitto.
La risposta di Washington: “Khamenei vuole solo salvare la faccia”
La Casa Bianca non ha tardato a replicare, accusando la Guida suprema di voler “salvare la faccia di fronte a un’opinione pubblica interna sotto pressione”. Secondo fonti dell’amministrazione americana, le parole di Khamenei servirebbero a nascondere le vere perdite subite da Teheran, sia in termini strategici che militari, nel corso del breve ma intenso conflitto.
Katz: “Israele voleva colpire Khamenei, ma non c’è stata l’occasione”
In un’intervista concessa al canale israeliano Channel 13, il ministro della Difesa Israel Katz ha rivelato un dettaglio che sta già sollevando polemiche internazionali: “Israele aveva intenzione di eliminare l’ayatollah Ali Khamenei, ma l’occasione non si è mai presentata.”
Un’affermazione che conferma il livello di tensione raggiunto tra i due Paesi e lascia intravedere scenari futuri di ulteriore instabilità, con un possibile ritorno alla strategia degli “omicidi mirati”.
Bloccati gli aiuti umanitari a Gaza: nuova crisi all’interno del governo israeliano
Nel frattempo, il governo israeliano ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti umanitari a Gaza, una decisione che arriva sotto la pressione del ministro ultranazionalista Bezalel Smotrich. Il leader del partito sionista religioso ha minacciato le dimissioni dal governo di Netanyahu se non fossero stati presi provvedimenti per impedire che gli aiuti raggiungano Hamas.
La scelta rischia di esacerbare ulteriormente la già grave crisi umanitaria nella Striscia, dove migliaia di civili si trovano senza accesso a beni primari e assistenza sanitaria.
L’Europa chiede il cessate il fuoco
Di fronte al deteriorarsi della situazione, il Consiglio europeo ha chiesto “un cessate il fuoco immediato a Gaza”, sottolineando la necessità di un “rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi”. Bruxelles ha anche espresso forte preoccupazione per “la terribile situazione umanitaria a Gaza”, invitando Israele a revocare completamente il blocco sul territorio palestinese.
L’Unione Europea cerca così di posizionarsi come attore diplomatico tra le parti, in un momento in cui il rischio di una nuova esplosione del conflitto resta alto e la diplomazia internazionale appare ancora paralizzata.
Nel suo intervento, il leader iraniano ha riservato parole dure anche per gli Stati Uniti, affermando che “Trump esagera l’impatto dei raid sui siti nucleari. La Repubblica Islamica ha dato un duro schiaffo all’America”. Una chiara risposta alle dichiarazioni rilasciate da ambienti statunitensi circa i danni inflitti alle infrastrutture nucleari iraniane durante il conflitto.
La risposta di Washington: “Khamenei vuole solo salvare la faccia”
La Casa Bianca non ha tardato a replicare, accusando la Guida suprema di voler “salvare la faccia di fronte a un’opinione pubblica interna sotto pressione”. Secondo fonti dell’amministrazione americana, le parole di Khamenei servirebbero a nascondere le vere perdite subite da Teheran, sia in termini strategici che militari, nel corso del breve ma intenso conflitto.
Katz: “Israele voleva colpire Khamenei, ma non c’è stata l’occasione”
In un’intervista concessa al canale israeliano Channel 13, il ministro della Difesa Israel Katz ha rivelato un dettaglio che sta già sollevando polemiche internazionali: “Israele aveva intenzione di eliminare l’ayatollah Ali Khamenei, ma l’occasione non si è mai presentata.”
Un’affermazione che conferma il livello di tensione raggiunto tra i due Paesi e lascia intravedere scenari futuri di ulteriore instabilità, con un possibile ritorno alla strategia degli “omicidi mirati”.
Bloccati gli aiuti umanitari a Gaza: nuova crisi all’interno del governo israeliano
Nel frattempo, il governo israeliano ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti umanitari a Gaza, una decisione che arriva sotto la pressione del ministro ultranazionalista Bezalel Smotrich. Il leader del partito sionista religioso ha minacciato le dimissioni dal governo di Netanyahu se non fossero stati presi provvedimenti per impedire che gli aiuti raggiungano Hamas.
La scelta rischia di esacerbare ulteriormente la già grave crisi umanitaria nella Striscia, dove migliaia di civili si trovano senza accesso a beni primari e assistenza sanitaria.
L’Europa chiede il cessate il fuoco
Di fronte al deteriorarsi della situazione, il Consiglio europeo ha chiesto “un cessate il fuoco immediato a Gaza”, sottolineando la necessità di un “rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi”. Bruxelles ha anche espresso forte preoccupazione per “la terribile situazione umanitaria a Gaza”, invitando Israele a revocare completamente il blocco sul territorio palestinese.
L’Unione Europea cerca così di posizionarsi come attore diplomatico tra le parti, in un momento in cui il rischio di una nuova esplosione del conflitto resta alto e la diplomazia internazionale appare ancora paralizzata.