L'essenza dell'essere oltre l'apparenza, Alan Watts


FRANCESCO GRECO -
“In quanto occidentali, siamo abituati a usare un certo tipo di linguaggio…”.

Le religioni e le filosofie orientali, nell’altro secolo, hanno relativizzato un sacco la cultura dell’Occidente e i suoi paradigmi. E tuttavia rimasero fenomeno di nicchia, elitario.

“Il linguaggio e la logica che usiamo per parlare del mondo derivano anche dalla nostra teologia… decisamente quella giudaico-cristiana…”.

Fossero diventate di massa, accettando il confronto e il dialogo, un minimo di dialettica, una superficiale contaminazione, forse oggi noi occidentali avremmo più strumenti per decodificare il tempo folle in cui viviamo, il tunnel oscuro in cui siamo finiti. E soprattutto rafforzare l’autostima, rimodulando il nostro io.

“E’ possibile realizzare che siamo identici all’energia fondamentale dell’universo”.

Ci aiuta Alan Watts, filosofo, mistico, maestro zen, in “E’ così semplice” (Denaro, materialismo e l’ineffabile saggezza dell’universo), Piano B Edizioni, Prato 2025, pp. 192, euro 16,00.

“Molte delle nostre difficoltà derivano da una certa percezione di percezione individuale. Nel senso cristiano dell’ego, l’anima è un’entità vivente… ”.

Watts viveva su un traghetto chiamato SS Vallejo, attraccato al confine settentrionale di Sausalito (California). Per anni, il figlio Mark ha registrato su audiocassette le riflessioni paterne proponendole anche in corsi universitari.

“Ci hanno fatto il lavaggio del cervello facendoci credere nel peccato originale, ovvero che dell’inconscio non possiamo fidarci…”.

Dopo la morte del padre (1973, California, era nato nel 1915 nel Regno Unito), uno dei figli, Mark, ha fondato la Alan Watts Electronic University, la serie radiofonica “Love of Wisdom” e prodotto “Why Not Now?”, sempre lavorando sui materiali paterni.

“Le tempeste saranno più violente. Terremoti, incendi e inondazioni saranno più devastanti. I parassiti si moltiplicheranno nei modi più strani, finché il continente non si sbarazzerà di noi…”.

Al netto della sovrastruttura filologica e de richiami (da Democrito a McLuhan), sospeso tra i feticci culturali dell’Occidente (che negli USA sono tenacemente pervasivi) e il disincanto fatalista che impregna e innerva le dottrine dell’Oriente, Watts procede a una sistematica demolizione del paradigmi culturali su cui l’Occidente è appollaiato, chiuso in un’autoreferenzialità grottesca e al limite suicida, devastanti perché questi due elementi non sono legittimati da una pretesa superiorità culturale ormai lacerata e misera.

Watts denuda il Re, svela le rughe, le necrosi, il suicidio della moderna civiltà occidentale in rapida, esponenziale decadenza.

Ma è solo una delle password utile a entrare e decodificare il suo pensiero destabilizzante, apocalittico, perciò razionale.

Attualissimo, purtroppo per noi.