Polo siderurgico di Taranto: il MIMIT chiarisce la natura dell’intesa interistituzionale in corso


TARANTO - Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha diffuso una nota ufficiale per chiarire la natura e le finalità dell’intesa interistituzionale attualmente in fase di definizione sul futuro del polo siderurgico di Taranto, dopo che nei giorni scorsi sono circolate notizie e interpretazioni ritenute fuorvianti.

Secondo quanto specificato, l’accordo in via di elaborazione è distinto dal cosiddetto Accordo di programma previsto dall’art. 252-bis del Codice dell’Ambiente, che include anche soggetti industriali e investitori. L’attuale iniziativa rientra, invece, nell’ambito dell’articolo 29-quater, comma 15, del medesimo decreto legislativo e coinvolge esclusivamente soggetti istituzionali ed enti locali.

Una fase propedeutica all’AIA e al piano di decarbonizzazione

L’obiettivo principale dell’intesa è garantire un efficace coordinamento nella fase preliminare al rilascio della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), necessaria per assicurare la continuità operativa dell’impianto siderurgico tarantino. Si tratta, quindi, di un passaggio propedeutico alla transizione ambientale e industriale del sito.

L’intesa, elaborata congiuntamente dal MIMIT e dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è il risultato anche del dialogo aperto con la Regione Puglia. Essa rappresenta un passaggio indispensabile per l’impostazione del Piano di decarbonizzazione del sito, che prevede, tra il 2026 e il 2039, la progressiva dismissione degli altoforni e la loro sostituzione con forni elettrici a basse emissioni.

Condizioni vincolanti per il futuro gestore

Il Ministero ha inoltre sottolineato che chiunque sarà titolare dell’impianto dovrà attenersi alle condizioni ambientali e industriali definite nell’intesa, che entreranno a far parte integrante della nuova AIA.

Al contrario, il ben diverso Accordo di programma previsto dall’art. 252-bis, che coinvolge soggetti privati e investitori, potrà essere attivato solo successivamente, e solo a fronte di un progetto concreto di riconversione o sviluppo. Solo allora sarà possibile definire un cronoprogramma vincolante di impegni economici, ambientali e occupazionali.

Un passaggio chiave in un momento cruciale

Il chiarimento del MIMIT arriva in un momento particolarmente delicato per lo stabilimento tarantino, anche alla luce del procedimento attualmente pendente presso il Tribunale di Milano, che potrebbe avere riflessi sull’attività produttiva.

In questa fase, l’intesa interistituzionale viene dunque definita come un passaggio strategico e propedeutico, indispensabile per garantire la sostenibilità ambientale, la continuità operativa e l’avvio concreto del percorso di transizione industriale dell’ex Ilva.