Raid incrociati alla vigilia dei colloqui di pace: droni ucraini colpiscono aeroporti russi, Mosca risponde con un attacco record
KIEV - Tensione altissima tra Russia e Ucraina alla vigilia dei colloqui di pace previsti a Istanbul. Secondo quanto riferito da Kiev, droni ucraini hanno colpito nella notte quattro aeroporti militari in territorio russo, distruggendo – secondo fonti ucraine – 40 jet da combattimento. Il ministero della Difesa russo ha confermato gli attacchi, parlando di “alcuni aerei in fiamme” senza fornire dettagli sui danni effettivi.
Ma anche l’Ucraina è stata bersaglio di una controffensiva senza precedenti: 472 droni kamikaze russi avrebbero colpito nella notte diverse aree del Paese. Si tratta, secondo fonti ucraine, del numero più alto mai registrato dall’inizio dell’invasione, nel febbraio 2022.
Gli attacchi incrociati avvengono in un momento cruciale, a ridosso dell’avvio dei colloqui di pace a Istanbul, un incontro molto atteso dalla comunità internazionale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato la partecipazione del suo Paese con una delegazione guidata dal ministro della Difesa Rustem Umerov.
In un messaggio ufficiale, Zelensky ha delineato gli obiettivi immediati della missione diplomatica:
“Primo: un cessate il fuoco completo e incondizionato.
Secondo: rilascio dei prigionieri.
Terzo: ritorno dei bambini rapiti.
E per stabilire una pace affidabile e duratura, serve un processo di sicurezza globale. La preparazione dell’incontro è al massimo livello, ma le questioni chiave potranno essere risolte solo dai leader”.
Intanto, sul fronte diplomatico, si segnala una telefonata tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio. Il contenuto della conversazione non è stato reso noto, ma la chiamata lascia intendere una ripresa di contatti diretti tra Mosca e Washington, proprio mentre la guerra sembra entrare in una fase ancora più delicata.
La comunità internazionale guarda ora a Istanbul con un misto di speranza e preoccupazione, mentre sul campo si combatte ancora duramente.