Un futuro che batte con un cuore antico: il sogno di Vito Labarile prende vita nella Murgia


BARI - C’è un angolo di Murgia dove le pietre raccontano storie millenarie e il vento porta con sé il respiro delle generazioni. In questo luogo, che sa di radici e orizzonti, prende forma Donnapaola, l’Attrattore Culturale ideato da Vito Labarile, ingegnere, collezionista d’arte e visionario del territorio. Un progetto ambizioso e poetico insieme, inaugurato il 14 giugno nell’ambito del programma regionale F.A.M.E – Radici e Ali, sostenuto dalla Regione Puglia.

Ma Donnapaola non è solo un sito rigenerato. È una visione incarnata: 300 ettari tra la Murgia dei Trulli e le terre aride che guardano Castel del Monte, dove agricoltura, cultura e formazione si intrecciano in un ecosistema sostenibile e pulsante di vita.

Dove la pietra diventa idea

Il cuore simbolico e fisico del progetto è una piazza in pietra di oltre 2000 metri quadrati, centro gravitazionale di una rigenerazione che restituisce voce e dignità alle Aree Interne del comprensorio murgiano. Accanto, la Torre, sede del Progetto Archivia, si erge come un presidio di memoria e innovazione: una piattaforma cloud che custodisce l’intera storia dell’antropologia culturale della Murgia e una dettagliata mappatura della biodiversità aziendale, realizzata con l’Università di Bari.

La Torre non è solo archivio ma anche campus, con 32 posti per studenti e artisti, laboratori all’avanguardia, master universitari, e uno spazio esperienziale dedicato al gusto, dove arte, cibo e cultura si incontrano per dare forma a un nuovo modo di pensare la ruralità.

L’agricoltura come cultura

Donnapaola è anche impresa agricola evoluta, con tre filiere integrate dedicate a latte, carne e piante officinali. Qui la zootecnia è estensiva, rispettosa del benessere animale e dell’equilibrio botanico: le vacche pascolano libere su 3,5 ettari, arricchiti da oltre 380 specie foraggere individuate in una mappatura botanica frutto di un dottorato cofinanziato dal progetto.

Accanto, strutture moderne come lo jazzo dei bovini e la scuderia degli equidi si inseriscono armonicamente nel paesaggio. La rotazione dei pascoli, la cura per la biodiversità, l’architettura funzionale: tutto racconta una visione in cui la terra non è sfruttata, ma accompagnata.

Turismo, arte, comunità

La dimensione turistica è tutt’altro che marginale. Quattro jazzi storici sono stati trasformati in relais per l’ospitalità rurale, mentre il ristorante aziendale e le zone conviviali propongono esperienze immersive nel gusto e nella cultura del territorio. Spazi dedicati alle arti performative, una Aula Talk per eventi e mostre, e un Comitato Scientifico supervisionano la qualità dei contenuti proposti.

L’intera struttura è pensata come luogo di comunità: qui si apprende, si produce, si dialoga. Durante l’inaugurazione, gli interventi di figure di spicco come Laura Marchetti, Luigi Forte e Pietro Laureano, hanno dato spessore al dibattito, aprendo orizzonti su biodiversità, memoria, resilienza e sfide globali. A chiudere, le parole di Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo e Cultura, che ha ribadito il sostegno della Regione alla valorizzazione degli attrattori culturali come leva di sviluppo identitario.

Un nuovo mecenatismo

Donnapaola è l’esempio concreto di come il mecenatismo contemporaneo possa radicarsi nella terra e generare valore reale. Qui l’arte parla con la terra, la scienza dialoga con le tradizioni, e la bellezza non è estetica ma sostanza, strumento di rigenerazione profonda.

Con questo progetto, Vito Labarile dona alla Murgia non un museo da visitare, ma una visione da abitare. Un cuore antico che continua a battere, e che chiama a raccolta chi crede che il futuro possa nascere da una pietra, da un seme, da una comunità che non si rassegna all’abbandono.

Donnapaola è un gesto d’amore. E come tutti i gesti d’amore, è destinato a lasciare un segno.