Ex Ilva, Emiliano convoca istituzioni e parti sociali: "Regione pronta a collaborare, ma servono garanzie concrete per la comunità"


BARI – Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha riunito questa mattina, presso il Padiglione 152 della Fiera del Levante, i rappresentanti delle istituzioni, delle parti sociali e delle associazioni per un confronto sulle proposte del Governo relative al futuro dell’ex Ilva di Taranto.

Al termine dell’incontro, Emiliano ha ribadito la disponibilità della Regione a collaborare, ma ha chiarito che nessun accordo sarà firmato senza garanzie chiare per la tutela della salute pubblica, dell’ambiente e dell’occupazione.

“Tutti gli enti locali coinvolti si sono espressi favorevolmente verso un accordo di programma – ha dichiarato Emiliano – a condizione che venga garantito il rispetto delle prerogative della comunità locale. Temi come il rigassificatore vanno discussi nel merito, considerando attentamente collocazione e sicurezza, per evitare qualsiasi rischio di incidente rilevante”.

Impianti, salute pubblica e alternative sostenibili

Tra i nodi principali emersi durante l'incontro, quello dell’impianto di desalinizzazione e lo smaltimento della salamoia:

“Non è affatto scontato che la salamoia debba essere riversata in mare. Si possono ipotizzare soluzioni alternative come stoccaggio, riutilizzo o persino valorizzazione economica”, ha aggiunto Emiliano.

Il presidente ha proposto inoltre di mantenere attivo il pronto soccorso dell’Ospedale Santissima Annunziata, anche nella parte destinata alla dismissione, e di trasformare l’area in un centro di ricerca specializzato nelle patologie legate all’industria, un passo importante anche sul fronte della sanità pubblica.

Sul piano industriale, Emiliano ha sottolineato l’incongruenza tra la richiesta di AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per 6 milioni di tonnellate annue di produzione e la reale capacità dei tre altiforni a ciclo integrale, che non supererebbe i 4,2 milioni di tonnellate.
Secondo la Regione, questo scenario allontanerebbe la decarbonizzazione fino al 2039:

“Noi proponiamo un piano più razionale e realizzabile, che porti a completare la decarbonizzazione entro sei anni”, ha spiegato Emiliano.

Nazionalizzazione e rigassificatore: le proposte sul tavolo

Emiliano ha inoltre sollevato il tema dell’assenza di un investitore privato:

“Tutti i soggetti coinvolti chiedono che il Governo prenda in considerazione la possibilità di una nazionalizzazione temporanea dello stabilimento, che permetterebbe allo Stato di intervenire direttamente per rilanciare l’impianto”.

Ha inoltre ipotizzato che, se la produzione dell’acciaio venisse collegata all’aumento della spesa militare (fino al 5% del PIL), lo stabilimento potrebbe beneficiare di deroghe alle normative europee sugli aiuti di Stato, consentendo investimenti pubblici anche in condizioni di bilancio negativo.

Sulla questione rigassificatore, Emiliano è stato categorico:

“Un rigassificatore nel porto di Taranto sarebbe un colpo durissimo per lo sviluppo portuale. Se proprio si dovesse realizzare, dovrà essere posizionato al largo, come avviene a Ravenna. Nella fase iniziale, potrebbe essere sufficiente il gas già disponibile a terra tramite Snam e Tap”.

Triggiani: “Un tavolo permanente per il futuro dell’ex Ilva”

A commentare positivamente la giornata è stata anche l’assessora all’Ambiente e alle Crisi industriali, Serena Triggiani, che ha sottolineato la coesione emersa:

“È emersa un’unione di intenti tra gli attori istituzionali, sindacati e organizzazioni datoriali. Tutti concordano sulla necessità di un accordo che tuteli ambiente, salute e lavoro. Come Regione, ci faremo portavoce di queste istanze con il ministro”.

Triggiani ha proposto la trasformazione del tavolo in uno strumento permanente per monitorare costantemente il percorso dell’ex Ilva:

“Il futuro dello stabilimento è centrale non solo per Taranto, ma per l’intera Puglia. Come Regione continueremo a batterci per l’occupazione, la decarbonizzazione e un modello industriale sostenibile”.