Il mistero del Lago di Varano


La leggenda della città sommersa di Uria e della giovane Nunzia

MARIO CONTINO* - Nella suggestiva cornice del Gargano, incastonato tra i comuni di Carpino, Ischitella e Cagnano Varano, si estende il Lago di Varano, un luogo dove la natura e il mito si fondono. Con i suoi 60,5 chilometri quadrati, è il lago costiero più grande d’Italia, sebbene, più propriamente, si tratti di una laguna scavata nei calcari garganici, collegata all’Adriatico tramite le foci di Varano e Capojale.

Come accennato, il Lago di Varano custodisce una leggenda antica e malinconica: la storia della città perduta di Uria e dell’unica sopravvissuta, Nunzia, il cui spirito – si dice – ancora si aggiri sulle sue rive.

Si narra che, in un tempo remoto, dove oggi si aprono le acque calme del lago, sorgesse la città di Uria, un centro prospero ma corrotto, governato da un crudele e insensibile sovrano di nome re Tauro. I suoi cittadini, non da meno, si erano abbandonati a una vita dissoluta e violenta, tanto da attirare su di sé l’ira divina.

Il castigo fu terribile e improvviso: un diluvio scese dal cielo, deciso a cancellare Uria e ogni sua traccia. Ma tra tanta malvagità, brillava un cuore puro: Nunzia, una giovane donna nota per la sua bontà, il suo spirito devoto e il profondo amore che nutriva per il suo fidanzato.

Quando vide le acque avanzare e la distruzione incombere, Nunzia tentò l’impossibile per salvare l’uomo che amava: gli lanciò un gomitolo di lana, un gesto tanto semplice quanto disperato, ma sufficiente a commuovere Dio e a fermare il diluvio. Purtroppo, però, lei fu l’unica superstite: nessuno sopravvisse al cataclisma.

Da allora, si dice che lo spirito di Nunzia viva ancora tra i riflessi argentei del Lago di Varano, e che nelle notti più calme si possa udire il suo canto triste, un lamento d’amore perduto che riecheggia sulle onde. La sua storia, tramandata per generazioni, è così viva da aver ispirato anche la costruzione della Chiesa del Santissimo Crocifisso di Varano, che molti considerano dedicata proprio a lei, alla sua memoria e al suo sacrificio.

Questa leggenda trae origine dal mito del diluvio universale proposto nella Bibbia e, probabilmente, al racconto della distruzione di Sodoma e Gomorra.

Oggi, il Lago di Varano è un paradiso per i pescatori locali – che ancora usano le tradizionali barche chiamate sann’r per pescare cozze, orate e capitoni – ed è anche un luogo spirituale, dove la leggenda si fonde con la fede e la memoria popolare.

Forse, osservando il lago all’alba o al tramonto, quando tutto tace e la luce danza sulla superficie, si può ancora immaginare la città sommersa e ascoltare, tra il fruscio delle onde, il canto eterno di Nunzia.

* Lo scrittore del mistero