Lecce, rete di favori e appalti: arresti e domiciliari nell’inchiesta sulla presunta corruzione tra politica e imprenditoria


LECCE - La Guardia di Finanza di Lecce ha eseguito questa mattina un’importante ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari Angelo Zizzari, nell’ambito dell’inchiesta che ha svelato una presunta rete di favori, appalti pilotati e consensi elettorali nel panorama politico ed economico salentino.

Le misure cautelari giungono al termine di due giornate di interrogatori – il 10 e l’11 giugno – in cui undici indagati hanno rilasciato le proprie dichiarazioni. Al termine degli accertamenti, il gip ha adottato provvedimenti differenziati, calibrati sul ruolo e la posizione di ciascun coinvolto.

In carcere Alfredo Barone: “regista del sistema”

Il provvedimento più grave è stato disposto nei confronti di Alfredo Barone, 69 anni, imprenditore originario di Biella ed ex sindaco di Parabita, ritenuto dagli inquirenti il fulcro dell’intero sistema corruttivo.

Secondo i PM Massimiliano Carducci e Alessandro Prontera, Barone avrebbe stretto rapporti illeciti con politici e funzionari pubblici per ottenere appalti, finanziamenti regionali e autorizzazioni amministrative in cambio di denaro, favori e sostegno elettorale.

Domiciliari per Congedo e Laforgia

Agli arresti domiciliari è finito Marino Congedo, socio di Barone e considerato figura chiave nella gestione degli affari immobiliari. Stessa misura per l’ingegnere barese Maurizio Laforgia, indicato come l’intermediario fra il mondo imprenditoriale e l’ex assessore regionale Alessandro Delli Noci.

Laforgia avrebbe svolto, secondo gli inquirenti, un ruolo di cerniera operativa: agevolando contatti, trattative e accordi corruttivi tra le parti.

Misure interdittive per altri indagati

Il gip ha inoltre disposto misure interdittive per altri funzionari pubblici, tecnici e amministratori locali, coinvolti a vario titolo nella presunta rete di relazioni illecite. Le accuse, a seconda delle posizioni, vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta, fino al traffico di influenze illecite.

Nessuna misura per Delli Noci

Al momento nessuna misura cautelare è stata disposta nei confronti di Alessandro Delli Noci, ex assessore regionale allo Sviluppo Economico ed ex vicesindaco di Lecce.

Il gip ha ritenuto che le dimissioni immediate da ogni incarico istituzionale – presentate da Delli Noci nei giorni successivi all’avvio dell’inchiesta – siano sufficienti a neutralizzare il rischio di reiterazione del reato o inquinamento delle prove.

Durante il suo interrogatorio, Delli Noci ha negato ogni addebito, dichiarando di aver sempre agito nell’interesse pubblico e di non aver mai ricevuto vantaggi personali o illeciti.

Le accuse: sistema di scambi e favori

Secondo la ricostruzione della Procura di Lecce, il presunto sistema si fondava su una rete di scambi e convenienze reciproche tra imprenditori e rappresentanti istituzionali. Le pratiche oggetto dell’inchiesta includono:

  • Finanziamenti regionali concessi tramite Puglia Sviluppo,

  • Approvazione accelerata di varianti urbanistiche,

  • Contributi elettorali o assunzioni di soggetti segnalati,

  • Cene e regalie per agevolare rapporti,

  • Accordi con funzionari di enti locali salentini, oltre il Comune di Lecce.

Un’organizzazione stabile e strutturata

La Guardia di Finanza ha sequestrato documentazione, corrispondenze, flussi bancari e numerose intercettazioni ambientali e telefoniche, che delineerebbero l’esistenza di un’organizzazione stabile, con ruoli precisi e obiettivi comuni: ottenere vantaggi economici e influenzare il consenso politico.

Le indagini proseguono con nuovi accertamenti patrimoniali, l’analisi delle richieste di finanziamento regionale, e i collegamenti tra politica e imprenditoria in ambito locale e regionale.

L’inchiesta, ancora in fase preliminare, rappresenta uno degli episodi più rilevanti nel contesto della lotta alla corruzione nella pubblica amministrazione pugliese e potrebbe avere ramificazioni più ampie nei prossimi mesi.