Nardò, il 'Cartomastodonte' di Daniele Papuli a Boncore
NARDO' (LE) - Sarà presentata al pubblico, mercoledì 23 luglio 2025, alle ore 19.00, "Cartomastodonte" la grande installazione site-specific realizzata da Daniele Papuli a Boncore di Nardò, nel Campo dei Giganti.
Essenziale materia dell’opera i trentacinquemila libri destinati al macero provenienti dalle Biblioteche di Puglia che con entusiasmo hanno aderito e attivamente partecipano all’idea di dare vita ad un progetto di arte e rigenerazione che trasforma lo scarto in bellezza, una raccolta che ha attraversato l’intera regione dal Salento sino al Gargano protagoniste le biblioteche di Martignano, Castrignano, Cursi, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Galatina, Monteroni, Lucugnano, Patù, Matino, Taviano, Brindisi, Torre S. Susanna, Oria, San Marzano, Pulsano, Taranto, Crispiano, San Ferdinando di Puglia, Canosa, Bari, Fasano, Martina Franca, Foggia, Torre Maggiore, San Severo, Lecce.
La serata inaugurale – a cui sono invitate a partecipare le bibliotecarie e i bibliotecari che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera – alla presenza di Daniele Papuli, Chiara Agagiù, Ulderico Tramacere e di Mauro Paolo Bruno, dirigente della Sezione Innovazione Reti e Poli Biblio Museali della Regione Puglia, si aprirà con una performance a cura di “TESSUTO CORPOREO” di Alberto Cacopardi e Ilaria Carlucci.
Con il "Cartomastodonte", Daniele Papuli radicalizza la sua ricerca sulla carta come materia sensibile, porosa, narrativa. L’opera ha preso forma nei giorni scorsi con un lavoro partecipato e condiviso, nella "sospensione surreale" del Campo dei Giganti, progetto di Land Art e rigenerazione nella campagna di Boncore avviato dall’artista Ulderico Tramacere di cui Papuli è sodale sin dagli esordi; nel 2023 aveva già segnato il Campo con "Rossoscultografia", una potente installazione che interrogava il tempo, il segno e la densità visiva del rosso come simbolo della linfa vitale degli alberi senescenti - potenza ancora viva e potente. Con Cartomastodonte il suo lavoro si intreccia ancora più profondamente con le logiche del paesaggio e della rigenerazione culturale, ampliando lo spazio di relazione tra arte, materia, comunità e ambiente.
Il Campo dei Giganti accoglie così un suo nuovo gesto trasformativo: non un monumento, ma un processo; non una scultura da contemplare, ma un organismo da attraversare e vivere.
Una costruzione collettiva che in questi giorni è stata vissuta dai tanti che ne hanno preso parte, e che nasce dalla fragilità e restituisce visione.
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