Nasce a Triggiano il “Caffè Alzheimer”: cura, supporto e socialità per pazienti e familiari
BARI – Uno spazio in cui la cura si intreccia con la socialità, dedicato ai pazienti affetti da demenza e ai loro caregiver. È stato avviato presso il Presidio Integrato “Fallacara” di Triggiano il progetto sperimentale “Caffè Alzheimer”, promosso dal Distretto socio sanitario di Triggiano della ASL Bari, con l’obiettivo di creare una rete di sostegno multidisciplinare e umana.
Il progetto, attivo fino alla fine dell’anno, coinvolgerà circa 100 partecipanti suddivisi in due gruppi, che si incontreranno una volta a settimana. Ogni appuntamento si svolgerà in una saletta dedicata, allestita come ambiente informale ma strutturato, dove i pazienti e i loro familiari potranno condividere esperienze, ricevere assistenza e partecipare ad attività cognitive e ricreative.
“È il primo progetto di questo tipo nella nostra ASL – ha spiegato Francesco Germini, direttore del Distretto e responsabile dell’iniziativa – pensato per offrire risposte concrete a pazienti e famiglie, unendo terapia, socialità e supporto pratico”.
Il team che anima il “Caffè Alzheimer” è composto da professionisti altamente specializzati: il neurologo Giuseppe Pietrarossa, la geriatra Flora Delle Grazie, la psicologa Francesca Ferrante, il coordinatore infermieristico Giuseppe Romanelli, l’infermiera Maria Tangorra e l’assistente sociale Valentina Allegra.
“Vogliamo stimolare le facoltà cognitive residue dei pazienti e creare una rete per i caregiver – ha aggiunto il dottor Pietrarossa – affinché nessuno si senta solo in un percorso spesso difficile e frustrante”.
Il progetto si basa su un approccio multidisciplinare: oltre al supporto psicologico, prevede l’intervento della geriatra per il trattamento dei fattori di rischio cardiovascolari e neurologici, mentre l’infermiere case manager assicura la gestione delle problematiche sanitarie e sociali. L’assistente sociale, infine, si occupa di orientare le famiglie nel disbrigo di pratiche e richieste di ausili o farmaci.
“La nostra speranza – ha concluso Germini – è che il ‘Caffè Alzheimer’ diventi un presidio stabile, replicabile in altri distretti, capace di affiancare alla cura farmacologica il valore del ‘prendersi cura’ con relazioni, presenza e ascolto”.
Il progetto trae origine dall’esperienza positiva del Centro per Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) del distretto, che già oggi segue circa 4.000 pazienti provenienti da Bari, dalla Puglia e da fuori regione. Con il “Caffè Alzheimer”, la ASL Bari apre una nuova strada fatta di accoglienza, empatia e vicinanza, per affrontare insieme la sfida della demenza.
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