Porto di Taranto, la FIT-CISL: “Pronti a diventare un polo strategico per l’eolico offshore”
TARANTO – Il porto di Taranto si prepara a un ruolo di primo piano nella transizione energetica italiana e internazionale, in particolare nel comparto dell’eolico offshore galleggiante. Lo evidenzia Gianluca Semitaio, Segretario Generale della FIT-CISL di Taranto, che interviene sulla trasformazione in atto nel territorio ionico alla luce di numerosi segnali incoraggianti provenienti da istituzioni e industria.
A ribadire il potenziale della città è stato di recente anche Giovanni Gugliotti, Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, nel corso del 3° summit nazionale ANEV a Roma, dal titolo “Mai partiti, ma pronti a ripartire. Il tempo dell’eolico offshore in Italia è ora”. “Taranto è pronta a diventare un polo strategico per l’eolico offshore”, ha dichiarato.
Eolico offshore e cantieristica: il quadro industriale
A rafforzare l’ottimismo sono anche alcuni passaggi normativi e industriali chiave. L’articolo 1 comma 2 del Decreto Energia stabilisce che i porti di Taranto e Augusta saranno destinati alla realizzazione di infrastrutture per la produzione, assemblaggio e varo di piattaforme galleggianti e impianti elettrici per l’energia eolica marina. Le aree individuate a Taranto sono quelle del Molo Polisettoriale.
Semitaio richiama inoltre i contenuti di un articolo pubblicato da Rinnovabili.it nel 2023 in cui si sottolineano le potenzialità industriali dell’eolico offshore galleggiante per la decarbonizzazione nazionale, grazie al progetto Floating Offshore Wind Community, che coinvolge player come Fincantieri, BlueFloat Energy, Renantis e Acciaierie d’Italia. “Come tarantino, ho immaginato un percorso che porti anche alla decarbonizzazione di Acciaierie d’Italia, con benefici ambientali senza ulteriori pesi per il territorio”, osserva Semitaio.
Un’ulteriore spinta arriva dall’annuncio di investimenti statunitensi nella ZES unica del Sud Italia, comunicato lo scorso aprile dal presidente USA Donald Trump e dalla premier Giorgia Meloni, in cambio del supporto italiano alla cantieristica americana. Un contesto nel quale Fincantieri, già attiva nel cantiere di Marinette (Wisconsin) per la costruzione delle fregate della Marina statunitense, gioca un ruolo centrale.
Vard-Fincantieri e nuove navi per l’eolico
Non meno significativo è il recente annuncio della Vard, società controllata da Fincantieri, che ha siglato un contratto per la realizzazione di due nuove navi specializzate per l’eolico offshore, dotate di propulsione ibrida a batteria e ottimizzate per ridotti consumi di carburante. Un segnale concreto del consolidamento del know-how italiano in questo comparto strategico.
Occupazione e formazione: la scommessa sul futuro
Per la FIT-CISL, questa fase di trasformazione rappresenta una speranza concreta per l’occupazione a Taranto. “Da oltre 12 anni siamo accanto ai lavoratori portuali coinvolti nel precario meccanismo dei rinnovi dell’IMA”, ricorda Semitaio. In vista del rilancio del porto, la FIT-CISL è coinvolta nella cabina di regia regionale per la formazione e riqualificazione professionale degli ex dipendenti TCT.
I corsi, previsti da settembre, serviranno a riqualificare circa 330 lavoratori, rendendoli pronti a cogliere le opportunità offerte dal comparto dell’eolico offshore, ma anche per un pieno reinserimento nel mondo del lavoro portuale.
“Serve ora un’alleanza concreta”
“Taranto ha tutte le carte in regola per diventare un hub nazionale e internazionale per l’eolico offshore”, conclude Semitaio. “Serve ora uno sforzo condiviso da parte della politica, delle istituzioni e degli stakeholder per chiudere la partita. Il nostro territorio ha già pagato troppo in termini di salute e disoccupazione. È il momento di ripartire davvero, con l’eccellenza industriale italiana al fianco di una comunità pronta a rinascere”.
