Produzione e innovazione guidano le 167 aziende di dispositivi medici in Puglia


Cinque centri di ricerca, il 48% delle imprese attive nella produzione e 18 milioni investiti in R&S confermano la vocazione del territorio alla crescita tecnologica

BARI – Sono 167 le aziende del settore dei dispositivi medici attive in Puglia, con quasi 2.100 occupati, di cui il 58,2% altamente qualificati: il 57% è laureato e quasi il 3% ha conseguito un dottorato di ricerca.

Il territorio si distingue non solo per l’attività produttiva – che riguarda il 48% delle imprese – ma anche per la forte propensione all’innovazione. Nel 2023, nonostante la prevalenza di PMI, le imprese pugliesi hanno investito circa 18 milioni di euro in Ricerca & Sviluppo, e l’8,8% degli occupati è attivo proprio nella divisione R&S, a conferma della centralità dell’innovazione nel settore.

Attualmente operano in Puglia cinque centri per l’innovazione nel comparto:

  • InnovaPuglia
  • Distretto H-Bio Puglia
  • Distretto tecnologico dell’informatica e dell’innovazione – Tecnopolis
  • Centro per le nanotecnologie biomolecolari
  • Salento Biomedical District

Questi dati sono stati presentati oggi a Bari durante l’evento “Dispositivi medici: l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione in Puglia”, organizzato nell’ambito del Forum del Mediterraneo in collaborazione con Confindustria, Confindustria Puglia e Confindustria Bari-BAT.

“In Puglia i dati confermano la vivacità di un tessuto imprenditoriale dinamico e innovativo che rappresenta circa il 4% delle imprese italiane del comparto, con una forte vocazione alla ricerca e allo sviluppo tecnologico. Per questo la regione rappresenta una tappa strategica del roadshow ‘Insieme per un Paese in salute’, con cui Confindustria Dispositivi Medici sta attraversando l’Italia per evidenziare l’impatto economico del settore e il suo contributo al Servizio Sanitario Nazionale”,
ha dichiarato Fabio Faltoni, Presidente di Confindustria Dispositivi Medici.

“L’ecosistema dell’innovazione, solido e collaborativo, che contraddistingue la Puglia, unisce imprese, università, poli tecnologici e centri di ricerca nello sviluppo di soluzioni concrete per la salute. Con questa iniziativa intendiamo valorizzare questa eccellenza e favorire un confronto costruttivo tra tutti gli attori, per sostenere politiche industriali efficaci, rispondere alle esigenze del territorio e delineare una visione condivisa per il futuro del settore”.

“Celebrare i 40 anni di Confindustria Dispositivi Medici qui a Bari – ha aggiunto Sergio Fontana, Presidente di Confindustria Puglia – è motivo di orgoglio per tutto il sistema industriale pugliese.
Parliamo di un settore strategico, capace di coniugare innovazione, tecnologia e salute, generando valore economico e benessere sociale. Le imprese dei dispositivi medici rappresentano un’eccellenza del Made in Italy e contribuiscono in modo significativo alla competitività del nostro Paese sui mercati internazionali.

In Puglia, questo comparto è in continua crescita e trova terreno fertile grazie a un ecosistema produttivo vivace, alla qualità della ricerca scientifica e alla presenza di talenti. Ma è anche un settore che richiede politiche industriali lungimiranti, investimenti in formazione, digitalizzazione e infrastrutture per affrontare le sfide globali che ci attendono. Confindustria Puglia sarà sempre al fianco di queste imprese, sostenendole nei percorsi di sviluppo, internazionalizzazione e innovazione. I 40 anni di Confindustria Dispositivi Medici non sono solo un traguardo, ma un punto di partenza verso nuove sfide e nuove opportunità per tutto il sistema salute e industriale del Mezzogiorno”.

“A Bari le aziende innovative dei dispositivi medici e della filiera della salute – ha concluso Mario Aprile, Presidente di Confindustria Bari-BAT – trovano un ecosistema favorevole, grazie alla presenza di due università (una pubblica e una privata) e del terzo Politecnico d’Italia, oltre a numerosi ITS Academy.

La digitalizzazione del settore sanitario, inoltre, può contare su un Dipartimento di Informatica di lunga tradizione (il secondo fondato in Italia) e sulla presenza di numerosi big player dell’informatica concentrati nel capoluogo pugliese. Occorre però rafforzare la spesa in Ricerca e Sviluppo pro capite, ancora inferiore alla media nazionale, e soprattutto potenziare le reti di trasferimento tecnologico fra mondo accademico e imprese”.