Rigassificatore a Taranto, Turco (M5S): “Un inganno, non una transizione”


Il senatore annuncia interrogazione urgente al Governo: “Opera inutile e pericolosa, Taranto non sia il capro espiatorio dell’energia fossile”

TARANTO – Si alza il livello dello scontro politico sul progetto del nuovo rigassificatore FSRU previsto a Taranto, legato alla riconversione dell’ex Ilva. A lanciare l’allarme è il senatore Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle e coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Imprese del partito, che definisce il progetto un “inganno ambientale ed energetico”, annunciando il deposito di un’interrogazione urgente ai ministri competenti.

Secondo Turco, l’impianto sarebbe sovradimensionato, inutile sotto il profilo tecnico-energetico e pericoloso sul piano ambientale, rappresentando “l’ennesimo sacrificio imposto a Taranto, a vantaggio degli interessi di pochi grandi gruppi industriali”.


Nel mirino il legame con il DRI dell’ex Ilva

L’opera è stata giustificata dal Governo come necessaria per alimentare il futuro impianto DRI (riduzione diretta del ferro), previsto come parte del piano di transizione industriale dell’ex Ilva. Ma Turco contesta duramente questa narrazione:

“I dati ufficiali parlano chiaro: il DRI richiederà circa un miliardo di metri cubi di gas all’anno, pari all’1,6% della domanda nazionale. Una quota gestibile tramite la rete SNAM e i rigassificatori già esistenti, oggi ampiamente sottoutilizzati.”


Un disegno strategico mascherato

Per il senatore pentastellato, il rigassificatore nasconde un piano più ampio: quello di trasformare Taranto in un hub energetico e militare al servizio delle grandi compagnie, in primis Eni, allontanando la città dalla prospettiva di una vera riconversione industriale sostenibile basata su fonti rinnovabili e idrogeno verde, come previsto dal PNRR.


Le richieste del M5S: trasparenza e alternative

Il MoVimento 5 Stelle chiede al Governo di fare chiarezza su:

  • Le motivazioni reali del progetto
  • L’esistenza di valutazioni indipendenti sui costi-benefici
  • L’impatto ambientale in una delle aree più compromesse d’Italia
  • Le ragioni dell’esclusione dell’idrogeno verde come alternativa

“Non accetteremo che Taranto venga ancora una volta usata come capro espiatorio per strategie energetiche anacronistiche. Il governo deve assumersi la responsabilità delle sue scelte e rendere conto ai cittadini”, conclude Turco.