Taser alla Polizia Locale: Sinistra Italiana Bari dice no alla sperimentazione. “Uno strumento inutile e forse pericoloso”
BARI - È notizia di pochi giorni fa: a Bari partirà la sperimentazione del taser per la Polizia Locale. Ma, a oggi, “non emerge una motivazione valida per l’utilizzo, anche se sperimentale, del taser, strumento che (forse) non nuoce, certamente non serve”. A prendere posizione è Gano Cataldo, segretario cittadino di Sinistra Italiana Bari – AVS, che in una nota ufficiale attacca duramente la misura, definendola una scelta priva di reale utilità e pericolosa sul piano politico e sociale.
“La sperimentazione proposta (o imposta?) alla Polizia Locale per l’utilizzo della pistola stordente elettrica è un tema di distrazione di massa”, scrive Cataldo. “L’Amministrazione attuale, il Sindaco Leccese e l’Assessora Palone al ramo, non hanno responsabilità in questa scelta, sia chiaro, ma pensiamo che prendere le distanze possa aiutare a contrastare una logica governativa nazionale incline a usare la deterrenza armata per risolvere i problemi di ordine pubblico”.
Sicurezza: prevenzione, non repressione
Secondo Sinistra Italiana, la sicurezza “è un bene comune da salvaguardare e ciò può avvenire con la repressione o con la prevenzione”. Ma armare la Polizia Locale “fino ai denti” produce l’effetto opposto: “genera l’insicurezza generale e, per paradosso, anche quella individuale degli agenti”, alimentando “una versione municipale della corsa agli armamenti globale”.
“Chiunque male intenzionato, sapendo che fronteggerà i preposti alla tutela dell’ordine pubblico maggiormente armati ed equipaggiati, avrà la tendenza a ‘colpire duro e per primo’, come dicono nei film d’oltreoceano”, scrive Cataldo, denunciando l’effetto escalation che l’introduzione di armi come il taser può produrre.
Un’arma da propaganda, non da sicurezza
“La sperimentazione del taser non serve a nulla se non alla pura propaganda”, insiste il segretario di SI Bari. “Servono servizi più estesi di prevenzione del disagio, maggiore tutela dei fragili e dei soggetti esposti a dipendenze, un’occupazione pacifica e civile delle piazze per sottrarle allo spaccio in città, centro e periferia”.
Cataldo critica anche i cosiddetti “modelli” repressivi già visti altrove: “Non servono ‘modelli’ alla Caivano che hanno indotto semplicemente il trasloco del problema spaccio verso altri luoghi periferici”.
Una sperimentazione da respingere
“Auspichiamo che questa cosiddetta sperimentazione, pur avendo già ricevuto il consenso dei cinque Municipi, possa essere discussa in Aula consiliare e respinta per la sua inanità”, prosegue la nota. “Sinistra Italiana Bari chiede che si rifiuti la sperimentazione di uno strumento inutile e forse pericoloso, dato che non si sa mai se chi è di fronte ha un bypass coronarico o una sofferenza cardiaca non nota”.
Al posto del taser, SI Bari chiede “risorse maggiori per la lotta non repressiva alle situazioni di disagio estreme in alcune parti della città”, così da offrire “una risposta più concreta sul tema sicurezza”.
“Doveroso disobbedire”
Cataldo conclude con un richiamo forte alla disobbedienza civile: “Bari ha disobbedito alle disposizioni e circolari di stato civile che inibiscono la registrazione alla nascita al nome di entrambi i genitori per i nuclei familiari ‘arcobaleno’. È doveroso disobbedire anche a questa discutibile sperimentazione”.
“Non servono taser, ma servono maggiori unità di organico della Polizia Locale, mezzi e formazione al personale per forme di contrasto alla criminalità non solo in termini repressivi e supporto per chi è rimasto indietro”, si legge in chiusura. “Non assecondiamo giochetti di guerra anche nel nostro cortile di casa”.
— Gano Cataldo, segretario cittadino Sinistra Italiana Bari – AVS
“La sperimentazione proposta (o imposta?) alla Polizia Locale per l’utilizzo della pistola stordente elettrica è un tema di distrazione di massa”, scrive Cataldo. “L’Amministrazione attuale, il Sindaco Leccese e l’Assessora Palone al ramo, non hanno responsabilità in questa scelta, sia chiaro, ma pensiamo che prendere le distanze possa aiutare a contrastare una logica governativa nazionale incline a usare la deterrenza armata per risolvere i problemi di ordine pubblico”.
Sicurezza: prevenzione, non repressione
Secondo Sinistra Italiana, la sicurezza “è un bene comune da salvaguardare e ciò può avvenire con la repressione o con la prevenzione”. Ma armare la Polizia Locale “fino ai denti” produce l’effetto opposto: “genera l’insicurezza generale e, per paradosso, anche quella individuale degli agenti”, alimentando “una versione municipale della corsa agli armamenti globale”.
“Chiunque male intenzionato, sapendo che fronteggerà i preposti alla tutela dell’ordine pubblico maggiormente armati ed equipaggiati, avrà la tendenza a ‘colpire duro e per primo’, come dicono nei film d’oltreoceano”, scrive Cataldo, denunciando l’effetto escalation che l’introduzione di armi come il taser può produrre.
Un’arma da propaganda, non da sicurezza
“La sperimentazione del taser non serve a nulla se non alla pura propaganda”, insiste il segretario di SI Bari. “Servono servizi più estesi di prevenzione del disagio, maggiore tutela dei fragili e dei soggetti esposti a dipendenze, un’occupazione pacifica e civile delle piazze per sottrarle allo spaccio in città, centro e periferia”.
Cataldo critica anche i cosiddetti “modelli” repressivi già visti altrove: “Non servono ‘modelli’ alla Caivano che hanno indotto semplicemente il trasloco del problema spaccio verso altri luoghi periferici”.
Una sperimentazione da respingere
“Auspichiamo che questa cosiddetta sperimentazione, pur avendo già ricevuto il consenso dei cinque Municipi, possa essere discussa in Aula consiliare e respinta per la sua inanità”, prosegue la nota. “Sinistra Italiana Bari chiede che si rifiuti la sperimentazione di uno strumento inutile e forse pericoloso, dato che non si sa mai se chi è di fronte ha un bypass coronarico o una sofferenza cardiaca non nota”.
Al posto del taser, SI Bari chiede “risorse maggiori per la lotta non repressiva alle situazioni di disagio estreme in alcune parti della città”, così da offrire “una risposta più concreta sul tema sicurezza”.
“Doveroso disobbedire”
Cataldo conclude con un richiamo forte alla disobbedienza civile: “Bari ha disobbedito alle disposizioni e circolari di stato civile che inibiscono la registrazione alla nascita al nome di entrambi i genitori per i nuclei familiari ‘arcobaleno’. È doveroso disobbedire anche a questa discutibile sperimentazione”.
“Non servono taser, ma servono maggiori unità di organico della Polizia Locale, mezzi e formazione al personale per forme di contrasto alla criminalità non solo in termini repressivi e supporto per chi è rimasto indietro”, si legge in chiusura. “Non assecondiamo giochetti di guerra anche nel nostro cortile di casa”.
— Gano Cataldo, segretario cittadino Sinistra Italiana Bari – AVS
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