Una possibilità su 600 milioni: ma il SuperEnalotto resta il gioco più amato


Il gioco del Lotto ha fatto la storia del gioco in Italia. Ed anche il suo fratello minore non è da meno. Sebbene questo gioco esista da poco più di vent’anni, ed esattamente dal 3 dicembre 1997, il SuperEnalotto è il re dei giochi e probabilmente tutti, almeno una volta nella vita, ci hanno giocato.

Pur non avendo avuto la strada facile, visto che sono tante le persone che non credono che le estrazioni del Superenalotto siano davvero assolutamente imparziali, la forza di questo gioco che genera vincite nei virtuali e i cui risultati e l’entità dei diversi jackpot, ha avuto un peso molto grande per lo Stato.

Sisal e Superenalotto: quanto incassa lo Stato?

Trattandosi di uno dei giochi autorizzati ad essere praticati in Italia, il Superenalotto è regolamentato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Con la mediazione dell’ADM, dunque, il sistema delle autorizzazioni e delle concessioni, ma anche quello dei prelievi fiscali, che fa capo a Sisal, la società che gestisce il gioco, ha fornito un notevole ritorno economico per lo Stato italiano.

Come si può evincere dall’emanazione dell’ultimo bando per la gestione del Superenalotto, avvenuta nel 2019 e con decorrenza di 9 anni, la Sisal rimane l’unica concessionaria di questo gioco (battendo Lottomatica e Sazka), nonché del gioco tra i più diffusi in Italia. Tema centrale del bando è stato anche il ritorno per lo Stato, visto che la Sisal ha ribassato le sue commissioni sul gioco da incassare, scendendo dal 5% al 3,73%.

Il fatto che ci siano dei ritorni economici per lo Stato italiano conseguenti alla concessione nel controllo del gioco, però, non implica che sia impossibile conseguire una vittoria a questo gioco, come sostengono gli scettici. Piuttosto, la gestione da parte dello Stato, nelle vesti dell’ADM, permette di garantire che lo svolgimento del gioco avvenga in un ambiente totalmente leale, equo e fuori da qualsiasi ipotesi di pilotaggio.

È chiaro, le possibilità di vincita con il famoso 6 al Superenalotto sono estremamente poche, stimate dall’ADM come una probabilità su oltre 600 milioni. Salgono le probabilità del 5+1, con una su oltre 100 milioni, mentre il 5 secco sale ad una possibilità su un milione circa.

Quanto al metodo di estrazione, non sono mancati gli aggiornamenti nel corso degli anni. Dal 1997, anno in cui venne estratta la prima sestina che fece scoprire il Jackpot agli italiani, i numeri del Superenalotto venivano estratti in diretta TV con delle sfere che contenevano i numeri della sorte. Oggi, invece, l’estrazione avviene con il sistema computerizzato. Per molti italiani, la possibilità di assistere all’estrazione era un motivo in più per ritenere il gioco imparziale ma, come per ogni ambito, gli aggiornamenti non possono mancare ed anche il meccanismo di gioco ne ha attraversati, soprattutto da quanto la Sisal ne detiene le concessioni.

Nonostante l’estrazione sia ormai digitalizzata, il principio dell’imparzialità e dell’aleatorietà dell’estrazione che da sempre sostiene l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, non è mai stato scalfito e mai lo sarà.

Pertanto, dubitare sull’affidabilità del meccanismo di gioco del Superenalotto non è pressoché possibile, poiché lo Stato ci tiene a mantenere la sua buona reputazione ed a garantire la trasparenza con i giocatori, i quali sono tutelati dalla perfetta casualità con cui avviene l’estrazione elettronica.

Rimane valido comunque il fatto che le casse dello Stato italiano siano state riempite dall’offerta di Sisal, a cui va aggiunta la percentuale sugli incassi che l’erario riceve annualmente. Se, al termine dei 9 anni di concessione Sisal la raccolta rimarrà costante alle cifre degli anni scorsi, gli introiti per lo Stato ammonterebbero a circa 13 miliardi di euro. Cifra che mostra quanto il Superenalotto sia un gioco di estrema importanza per l’erario statale.