Morte di Simona Cinà: confermato l’annegamento, ma restano dubbi sull’orario del decesso

BAGHERIA – L’autopsia eseguita oggi sul corpo di Simona Cinà, la giovane pallavolista di 20 anni trovata morta nella piscina di una villa a Mongerbino, frazione costiera di Bagheria, conferma la morte per annegamento. Tuttavia, permangono incertezze sull’orario esatto del decesso, elemento che potrebbe rivelarsi cruciale per ricostruire gli ultimi momenti della ragazza.

La tragedia durante una festa di laurea

La vicenda si è consumata nella notte tra l’1 e il 2 agosto, durante una festa di laurea a cui partecipavano circa 80 giovani, ospitati in una villa affittata per l’occasione. Simona, studentessa di Scienze Motorie e atleta dell’ACDS Capacense, era arrivata alla festa con amici, condividendo sorrisi e video sui social poco prima della tragedia.

Secondo le testimonianze, il corpo della ragazza è stato trovato vicino alla piscina intorno alle 4:00 del mattino. Tuttavia, un messaggio inviato al telefono della madre alle 4:50, da parte di un ragazzo presente alla festa, ha destato preoccupazione:

“Simona sta male, venite subito”.

I genitori si sono precipitati sul posto, ma per la figlia non c’era più nulla da fare. Il corpo giaceva vicino alla piscina, con evidenti segni di tentativi di rianimazione.

I risultati dell’autopsia

L’esame autoptico, condotto il 7 agosto, ha confermato la presenza di acqua nei polmoni, chiarendo che la causa della morte è effettivamente l’annegamento. Tuttavia, non è stato possibile determinare con precisione l’orario del decesso, nodo centrale per le indagini in corso.

Gli investigatori stanno ora incrociando i dati medico-legali con le dichiarazioni dei presenti e i materiali raccolti sui dispositivi elettronici (messaggi, video, chiamate), per verificare se la cronologia degli eventi fornita sia attendibile.

Un silenzio che pesa

Un dettaglio chiave emerge dalle comunicazioni: l’ultimo messaggio inviato da Simona alla madre risale all’1:00 di notte. Poi, un lungo silenzio fino a quell’unico messaggio delle 4:50, inviato da un altro ragazzo. Cosa sia accaduto in quelle ore è ancora oggetto di indagine. Le autorità non escludono alcuna ipotesi: si cerca di chiarire se l’annegamento sia stato un tragico incidente, una caduta accidentale, o se ci siano responsabilità da parte di terzi.

Indagini in corso

La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo. Le prossime ore saranno decisive per chiarire i punti oscuri di questa vicenda che ha scosso la comunità locale e il mondo dello sport giovanile. La famiglia Cinà, distrutta dal dolore, chiede verità e rispetto per la memoria della figlia.

“Vogliamo solo sapere cosa è successo a nostra figlia. La verità, tutta la verità”, avrebbe dichiarato il padre in un breve commento.