Turismo in Puglia, l’allarme del presidente di Puglia DOC: “Altro che record, siamo in crisi di sistema”


LECCE – Altro che boom turistico, la Puglia starebbe vivendo una crisi strutturale. Ne è convinto Alessandro Zezza, imprenditore salentino e presidente del Consorzio Puglia DOC, che lancia un duro monito contro lo “storytelling patinato” e i dati gonfiati sul settore.

“Basta numeri incontrollati e percentuali fantasiose – dichiara Zezza –. Il mercato nazionale soffre una flessione del 20-25% e la Puglia non fa eccezione. Continuare a raccontare un turismo da record significa non affrontare i veri problemi”.

Dati contraddittori e offerta disordinata

Mentre alcuni report parlano di un +18% rispetto al 2024, altre stime raccontano di un calo diffuso. Secondo Zezza, la verità si potrà stabilire solo a fine anno, soprattutto dopo l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), che ha fatto emergere migliaia di strutture prima sommerse.

Intanto, sulle coste pugliesi l’occupazione media non supera il 50%. Una condizione aggravata, spiega Zezza, da tariffe fuori mercato, servizi standardizzati e mancanza di visione strategica. Ma ridurre tutto agli errori dei singoli imprenditori sarebbe miope: il vero nodo, dice, è politico.

Un modello fermo agli anni ‘60

“Oggi non basta più luglio e agosto per salvare i conti delle imprese – avverte il presidente di Puglia DOC –. L’italiano medio ha meno potere d’acquisto e ha imparato a viaggiare: Albania, Montenegro, nuove rotte mediterranee low-cost offrono servizi semplici e coerenti. Noi continuiamo a proporre un’offerta improvvisata, senza regole né standard”.

Un disordine che penalizza anche le aziende serie, che da anni investono in qualità e formazione, ma vedono ridursi l’appeal a causa della concorrenza sleale.

“Basta narrazioni ingannevoli”

Zezza critica duramente la costruzione di un’immagine turistica artificiale: “Abbiamo venduto identità che non esistono. Il Salento come terra del tartufo è l’ultimo esempio di narrazione posticcia: un turista non perdona chi promette e non mantiene, e oggi molti territori stanno rischiando proprio questo”.

Destagionalizzazione: da slogan a realtà

Altro tema cruciale è la destagionalizzazione, che secondo Zezza non può ridursi a uno slogan: “Se dal 31 ottobre non ci sono voli, se mancano collegamenti efficienti, eventi e attrattori culturali solidi, nessun turista tornerà in Puglia a novembre. Il problema non è convincere le strutture a restare aperte, ma rendere la destinazione viva e raggiungibile”.

“Serve un piano industriale per il turismo”

La ricetta, per l’imprenditore, è chiara: smettere con campagne autocelebrative e avviare finalmente un piano industriale per il turismo pugliese, basato su responsabilità politica, territoriale e comunicativa.

“Non servono più slogan – conclude Zezza –. Serve una progettazione chiara, che metta al centro chi lavora sul serio e voglia costruire un futuro sostenibile per la regione”.