Regionali, FDI attacca Decaro: “Se invoca discontinuità ammette il fallimento del centrosinistra”
BARI – “Da oltre sei mesi l’unico tema politico realmente presente nei bar, nelle piazze e nei media pugliesi è uno: si candiderà Antonio Decaro alla presidenza della Regione per il centrosinistra?”. Lo affermano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, che criticano la strategia comunicativa del sindaco di Bari, descrivendola come un’operazione di marketing finalizzata a spostare l’attenzione dal bilancio politico-amministrativo degli ultimi vent’anni.
Secondo FDI, Decaro si è imposto nel dibattito pubblico come simbolo della discontinuità rispetto ai governi di Michele Emiliano e, addirittura, di Nichi Vendola. “La presa di distanza di Decaro – scrive il partito in una nota – è l’ammissione implicita del fallimento degli ultimi vent’anni di governo regionale. Noi lo abbiamo sempre denunciato dai banchi dell’opposizione, ma che ora lo ammetta anche Decaro, che è una creatura politica di Emiliano, dovrebbe far riflettere i cittadini e avere la forza di mandare a casa un governo che ha saputo solo gestire il potere per il potere”.
Fratelli d’Italia sottolinea inoltre come lo stesso Decaro sia stato scelto dai vertici del centrosinistra per guidare Bari e candidato alle ultime elezioni europee, dove ha ottenuto quasi 500mila preferenze, molte delle quali attribuite alla rete politica di Emiliano e al voto utile interno al PD, oltre che a una comunicazione social e mediatica molto efficace.
Per FDI, la cosiddetta “discontinuità” rischia di essere solo un’operazione studiata per cancellare il passato politico di Decaro e neutralizzare il centrodestra, senza modificare gli equilibri interni al centrosinistra. “Non basta cambiare il volto del candidato per cambiare la sostanza del governo regionale. La vera discontinuità non può venire da chi ha condiviso e sostenuto vent’anni di potere”, avverte il partito.
Il gruppo regionale conclude invitando a riportare il dibattito sui contenuti e sulle vere priorità della Puglia, e a “smettere di mistificare la realtà per operazioni di facciata”.