Emiliano: “Mi scuso con il centrodestra pugliese, l’ho destrutturato. Ma ho fatto un passo indietro per Decaro”
BARI – “Ho commesso un errore. Mi devo scusare con il centrodestra pugliese. Perché il centrodestra pugliese con me al governo è stato completamente destrutturato. Qui stanno rischiando di perdere 80 a 20, 70 a 30. Percentuali inimmaginabili che daranno l’impressione della Bulgaria”.
Con queste parole, pronunciate durante la trasmissione Tagadà su La7, il governatore uscente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha fatto un’autocritica destinata a far discutere.
Emiliano ha riconosciuto di aver contribuito alla crisi del centrodestra pugliese, sottolineando come “non esista praticamente più” e come la sua forza politica abbia ormai assunto un ruolo dominante: “In realtà qui sono vent’anni che governiamo positivamente e si è creata un’opinione comune che noi siamo più bravi del centrodestra. Questo non significa che la Puglia sia perfetta, ma certamente si è consolidato un modello”.
Il governatore uscente ha poi spiegato i motivi del suo passo indietro rispetto alla candidatura al Consiglio regionale: “Di fronte al rischio che il candidato sul quale ho investito da anni potesse non candidarsi perché temeva la mia presenza, ho preferito farmi da parte. Non volevo portarmi addosso la responsabilità di impedirgli di correre. Avevamo un accordo, poi lui ha cambiato idea. Ho ritenuto giusto fare un passo indietro”.
Emiliano ha anche accennato al parallelo con il governatore del Veneto Luca Zaia: “Se Zaia si candida, per me è logico. Quando costruisci un modello per tanti anni, può essere utile continuare a dare il proprio contributo. Io avevo pensato di poter essere utile a Decaro”.
Infine, una riflessione personale: “Io mi sarei candidato solo in una provincia, senza potere, per mettere a disposizione la mia esperienza. Non volevo fare l’assessore. In politica gli investimenti non si fanno per ottenere qualcosa in cambio, ma perché sono giusti. Ho creduto che fosse il migliore per guidare Bari prima e la Regione poi. Il resto – gratitudine o meno – è irrilevante”.
