Omicidio Genini, le testimonianze: “Tutti sapevano, nessuno ha fatto nulla”
MILANO – Secondo giorno di udienze nel processo per l’omicidio di Pamela Genini, la 29enne uccisa con trenta coltellate dal compagno Gianluca Soncin nel suo appartamento di via Iglesias 33.
Oggi in aula hanno sfilato amiche, vicini di casa, il fabbro che aveva duplicato le chiavi dell’abitazione e Francesco Dolci, il sedicente ex fidanzato della giovane vittima. Dai loro racconti emerge un quadro agghiacciante: tutti sapevano delle violenze, ma nessuno è intervenuto.
“La picchiava, le puntò una pistola al ventre”
Le testimonianze parlano di soprusi continui, minacce e aggressioni. Pamela aveva raccontato di aver subito una pistola puntata al ventre, un dito rotto, continue intimidazioni verbali. Secondo quanto riferito da amici e conoscenti, Soncin avrebbe minacciato anche la madre della ragazza e persino la sua cagnolina, Bianca.
Le amiche, ascoltate dalle pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, hanno mostrato i messaggi di richiesta d’aiuto inviati da Pamela nei mesi precedenti al delitto: “Li abbiamo conservati tutti”, hanno detto.
“L’ho vista trascinata per i capelli”
Particolarmente drammatiche le parole dei vicini di casa. Uno di loro ha raccontato di aver sentito, già intorno alle 21.30, “forti trambusti e grida di aiuto”. Poi, guardando dallo spioncino, avrebbe visto la giovane “uscire sul pianerottolo, inseguita dall’uomo che la tirava per i capelli per trascinarla di nuovo in casa”.
Un’altra inquilina ha riferito di aver assistito “all’ultima aggressione, quando lui l’ha colpita al collo”, prima che Pamela cadesse a terra senza vita.
Nonostante le urla disperate, nessuno è riuscito a intervenire in tempo. “In quell’ora di delirio – ha osservato una delle pm – Pamela veniva uccisa di fronte a tutti”.
Il caso Dolci e la cagnolina Bianca
Nel pomeriggio è stato nuovamente ascoltato Francesco Dolci, che ha confermato di essere stato vicino a Pamela e di averla invitata più volte a denunciare. Tuttavia, la Procura lo ha ammonito a limitare le sue apparizioni televisive, ricordandogli che in quanto testimone è tenuto alla riservatezza.
Intanto, la madre della vittima, Una Smirnova, continua a chiedere giustizia. “Mia figlia è stata lasciata sola da tutti – ha detto –. E ora anche la sua cagnolina, Bianca, è trattenuta illegalmente da Dolci. È l’ultimo ricordo di Pamela, voglio che mi venga restituita”.
