Sociologia alla papalina
FRANCESCO GRECO - ROMA. San Claudio (fra il Corso e il Tritone), il 62 si blocca nel traffico della tarda mattinata, primo pomeriggio. Proprio davanti alla vetrina di un pub dove due ragazzi cinesi stanno sorseggiando un drink.
La ragazza sorride e alza il pollice, noi rispondiamo agitando la mano. L’autobus riparte.
Torniamo nella borgata a tarda sera, due ragazzi mai visti sono davanti al cortile di un piccolo bar, bevono una birra e addentano un panino. Ci danno voce, li salutiamo.
“Grazie!”, “Buon lavoro!”, “Arrivederci!”: sempre più persone, quando scendono dall’autobus, ringraziano l’autista (spesso ragazze giovani e belle, ben pettinate e truccate, piercing, capelli blu, tatuaggi, orecchini).
I fantastici ragazzi dell’Atac fanno il lavoro più duro della città . A memoria, in passato succedeva di rado.
È domenica mattina, due ragazzi dell'AMA, forse al loro primo giorno di lavoro, cercano una via per svuotare i cassonetti. È un po’ nascosta, curiosamente, comincia con un nome e finisce con un altro e, quando gliela indichiamo, ci ringraziano, scendono dal mezzo, ci offrono un caffè. Viene in mente la Mamy di Via col vento: “Essere gentili non costa niente...”.
Le ragazze asiatiche vivono alla pari nelle famiglie bene: non guadagnano molto e mandano tutto a casa, ma sono contente così.
Il ragazzo nero (zona Trastevere / Testaccio / Porta Portese) cerca lavoro e sul cartellone ha messo addirittura due cellulari.
Nei quartieri, le ricche signore cercano i ragazzi bisognosi e donano loro coperte, giubbotti, maglioni, pantaloni. Quando li convincono ad accettarli, restano a chiacchierare e nei loro occhi brilla una luce gioiosa.
Alla stazione Termini becchiamo un ragazzo nero che vende cappelli di paglia e che differenzia plastica e carta sino all'ultimo brandello.
Giorni fa qualcuno ha appeso ai cancelli dei Giardini della Nomentana (di fronte a Villa Torlonia) un piumone. Il giorno dopo il barbone, che soffre il freddo e lo soffrirà anche il prossimo inverno e a cui era stato promesso, se l’è portato via.
“È aperto il supermercato?”, mi chiede ansiosa un’anziana trascinando il piccolo trolley: è domenica primo pomeriggio e forse è rimasta senza cibo. La rassicuriamo: chiude alle 20. Prosegue contenta.
E potremmo continuare. Fateci aggiungere che sull'autobus sentiamo spesso alcune persone dire queste parole: “Torno adesso dal secondo lavoro”, “Fra poco attacco al mio secondo lavoro”. Più illuminante di un saggio economico-politico. Ma non possiamo tacere della “strage” di negozi che vediamo in giro. Desertificazione commerciale: Confcommercio parla di 118mila in meno negli ultimi 12 anni. Né degli autobus che portano in giro i turisti mezzi vuoti (sicuro che il Giubileo stia andando bene?).
Cosa vogliamo dire? Che razzisti e intolleranti, nei media e nella politica, dipingono una realtà che non c’è, una narrazione febbricitante. Per loro i migranti sono sempre impegnati a delinquere.
Il mondo è questo: le persone ritrovano educazione e umanità , condivisione e solidarietà . Una nuova energia ci tiene insieme. In fondo al tunnel brilla la luce di un nuovo mondo in itinere: e noi, utopisti e sognatori (come li chiamava Pasolini), ci saremo...
