“Bianco e Nero” di Filippo Gigante: un viaggio nel cuore e nella crescita interiore tra amicizia e connessioni autentiche


BARI - A Filippo Gigante mi lega una lunga amicizia e credo di conoscerlo bene. Ma la lettura del suo BIANCO E NERO mi ha permesso di entrare nel cuore della sua personalità dalla porta principale. Non so quanta parte di invenzione e di verità ci sia nel suo testo. Ma la profondità del racconto, l’immedesimazione nelle vicende del protagonista, non possono non suscitare in chi legge l’impressione che Filippo ci stia parlando comunque di sé, attraverso i ricordi, le riflessioni sul crescere, sulla fatica di conoscersi, su come affrontare strade nuove quando gli ostacoli sembrano chiuderle tutte e bloccarci. Mentre leggevo, ho continuato a sottolineare. Il libro, infatti, è una sorta di cammino in cui rivelazioni si sovrappongono a rivelazioni, squarci di luce illuminano momenti bui, il dolore aggredisce ma non ha mai la meglio. La vita del giovane protagonista si dispiega passo dopo passo davanti ai nostri occhi e ci spinge a confrontare la nostra con la sua. In non poche occasioni ci chiama direttamente in causa e ci costringe a fare dei rendiconti che abbiamo rimosso consapevolmente o per distrazione.

BIANCO E NERO è una continua interrogazione sul senso del vivere, una ricerca coraggiosa nel distinguere ciò che conta da ciò che immiserisce i nostri giorni. Una ricerca che il protagonista non compie quasi mai da solo, tuttavia. Sulla sua strada, infatti, nei momenti critici incontra sempre delle figure che lo illuminano e lo riorientano nel suo cammino: un’amica, un nonno, un padre venuto meno ma la cui memoria è sempre viva. In poche occasioni ho visto narrare con tanta verità lo stupore nei confronti di una natura che non viene solo contemplata, ma posseduta e respirata con le sue meraviglie e i suoi segreti. BIANCO E NERO è un racconto di iniziazione, di crescita interiore che non coltiva egoismi, ma apertura all’altro, sviluppi di connessioni che arricchiscono tutti.

Che cos’altro fa Filippo oggi con il suo lavoro, che lo mette a contatto con tante figure e tante facce dell’umanità? Ecco perché credo che il libro ci parli anche tanto di lui, dei suoi principi, delle sue persuasioni, dei suoi propositi e delle sue speranze. E, non ultima osservazione, lo fa con un linguaggio semplice, immediato, lirico a tratti: la forma migliore per dimostrare che non si è centrati su sé stessi, ma si cerca soprattutto un dialogo sincero con gli altri.

ANGELO PETROSINO è uno scrittore, giornalista e insegnante italiano, molto amato nel panorama della narrativa per ragazzi. È nato nel 1949 a Castellaneta (TA) e ha vissuto molti anni a Torino. È stato maestro elementare, esperienza che ha profondamente influenzato la sua scrittura e la sua capacità di raccontare il mondo dei bambini e dei ragazzi con autenticità. Ha lavorato anche come giornalista e collaboratore editoriale. È autore di numerose opere per l’infanzia e l’adolescenza, ma la sua fama è legata soprattutto alla serie “Valentina”, molto seguita da diverse generazioni di lettori. Autore di molte altre storie dedicate alla crescita, all’amicizia, alla scuola e ai temi sociali. Il suo stile è riconoscibile per la semplicità, la delicatezza e l’attenzione educativa, senza mai rinunciare alla profondità. Negli ultimi anni continua a pubblicare libri e collaborare con case editrici, sempre con grande sensibilità verso i giovani lettori.

“Un poliziotto in famiglia”, illustrato dall’ormai nota illustratrice Sara Not, è un libro pubblicato da Read Red Road che porta con sé la storia di una famiglia. Una famiglia come le altre? Sì, ma anche piena di qualcosa in più. Un padre poliziotto che affronta con buon senso le sfide quotidiane e ricorda ai ragazzi le regole che fanno vivere meglio in società. Una madre impegnata, che difende i diritti e ascolta i bisogni degli altri. C’è una figlia adolescente, generosa con la sua amica e tenera col fratello più piccolo; un figlio che non esita a difendere, con coraggio, un compagno di scuola vittima di bullismo. E poi la nonna, con il dono di saper ascoltare, che racconta i ricordi struggenti dei tempi in cui era maestra. E poi misteri da svelare, piccoli gialli, pericoli da superare e avventure che tengono compagnia... tutto questo in una storia che parla sì di famiglia, ma anche di solidarietà, di regole, di ascolto e di integrazione.

Per il podcaster, autore e comunicatore Filippo Gigante, però, ha un valore aggiunto, un valore ancora più speciale, perchè Angelo Petrosino gli ha voluto dedicare il suo recente lavoro con questa dedica: “A Filippo Gigante, maestro di connessioni, con amicizia”.

Per Filippo, parole sue, "Essere parte, anche solo in punta di penna, di un’opera così è un onore che custodirò con gratitudine e affetto. Grazie Angelo e grazie a tutti coloro che credono nel potere delle parole, delle storie e delle connessioni autentiche”.

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