Ciao Ornella, magari anche da quelle parti ci sono bei ragazzi…


FRANCESCO GRECO - ROMA
- “Ragazzi, non mi fate perdere tempo: ho visto un bell’uomo fra il pubblico e me lo voglio fare…”.

Roma anni ’90, il concerto a teatro è appena terminato, i giornalisti si assiepano davanti al camerino e Ornella se ne esce con questa battuta, che rivela l’artista, il personaggio ironico, light, sempre fuori mainstraem e anche la donna, la femminista da sempre, senza se e senza ma.

La sua sensualità, la vita vissuta sempre in cerca della bellezza, del piacere. Da vera guerriera, una leonessa con una sua filosofia di vita originale, trasfigurata in un paradigma.

Quella sera aveva dato il massimo, come sempre ai suoi concerti (e con altri cantanti non tutte le volte accade).

Vecchie cover (“L’appuntamento”, “Le mantellate”, “Senza fine”) e nuove canzoni scritte per lei dal maestro Giorgio Calabrese.

Il pubblico sfollava soddisfatto, ne era valsa la pena, si era creato il feeling giusto.

Ornella sapeva come fare, come “tenere” il pubblico: aveva iniziato recitando in teatro con Giorgio Strehler “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht. Sul palco era magmatica, sicura, tranquilla.

Perché la morbosità dei giornalisti quella sera d’inverno? Erano gli anni di Mani Pulite e volevano una battuta dalla Vanoni per farci il titolo. Ma avevano sbagliato indirizzo: al contrario di tanta gente, voltagabbana, non ha mai rinnegato la sua militanza socialista, la prossimità ideologica col garofano, l’amicizia con Bettino Craxi, Pillitteri, Tognoli, nella “Milano da bere” (oggi la Milano è da mangiare, ma lo fanno in pochi e sempre gli stessi, i soliti noti).

Ciao Ornella, magari anche da quelle parti puoi deliziare il pubblico con le tue immortali canzoni e, chissà, in platea o galleria c’è qualche bell’uomo che ti piace…