Garante della Privacy, dimissioni del segretario generale Fanizza dopo la polemica su spionaggio interno


ROMA – Nuovo scossone all’interno del Garante della Privacy. Dopo le tensioni scoppiate a seguito dell’inchiesta di Report, a lasciare il suo incarico è stato Angelo Fanizza, segretario generale dell’Autorità. La decisione arriva in seguito alla diffusione di indiscrezioni secondo cui Fanizza avrebbe richiesto, nei giorni immediatamente successivi alla prima puntata dell’inchiesta (4 novembre), l’estrazione di dati relativi a posta elettronica, accessi VPN e sistemi informatici dei dipendenti, in un presunto tentativo di individuare la “talpa” interna responsabile della fuga di informazioni.

La richiesta, considerata illegittima dal dirigente del dipartimento per la sicurezza informatica, ha suscitato forte malcontento tra i lavoratori, che in assemblea hanno chiesto all’unanimità le dimissioni dell’intero collegio. Il collegio del Garante ha precisato la propria estraneità rispetto alla richiesta di Fanizza, ricordando che l’accesso ai dati personali dei dipendenti può configurare una violazione della privacy.

Fanizza, magistrato amministrativo e docente universitario di Bari, era stato nominato segretario generale lo scorso 10 ottobre e sarebbe dovuto rimanere in carica fino al termine del mandato del collegio, previsto per il 29 luglio 2027. Le dimissioni non sono state motivate pubblicamente, ma arrivano in un clima di crescente pressione interna e accuse di opacità.

La polemica sul Garante era scoppiata dopo l’inchiesta di Report che aveva denunciato presunti conflitti di interesse e contiguità politica dei componenti del collegio, in particolare di Agostino Ghiglia, collegato a Fratelli d’Italia, e Scorza, indicato da M5S per i suoi rapporti con lo studio legale E-Lex. Sotto accusa anche il presidente Pasquale Stanzione, per rapporti con la famiglia Sica e con la Link Campus University, e le spese ritenute ingiustificate.

La situazione ha scatenato reazioni politiche: Dario Carotenuto (M5S) ha sottolineato come l’unica risposta sensata sarebbe un passo indietro dell’intero collegio per salvaguardare la credibilità dell’istituzione, mentre Alleanza Verdi Sinistra chiede chiarimenti urgenti sulle prossime mosse dell’Autorità.