La cultura che unisce e trasforma: i risultati del progetto “La cultura rende liberi” a Catanzaro


CATANZARO - Si è concluso presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro il ciclo di sei incontri del progetto “La cultura rende liberi”, promosso dall’Associazione culturale Ophelia’s Friends Cultural Projects e curato da Stefania Romito. L’iniziativa ha portato all’interno del carcere un percorso di dialogo, introspezione e crescita personale, offrendo uno spazio in cui cultura e umanità si incontrano, generando ascolto reciproco e nuove consapevolezze.

Il progetto ha coinvolto i detenuti in incontri dedicati alla letteratura del Novecento italiano, con testi di Pavese, Berto, Buzzati e Levi, stimolando riflessioni su temi come solitudine, memoria, attesa, libertà interiore e desiderio di rinascita. Le conversazioni nate attorno ai testi hanno permesso ai partecipanti di esprimere emozioni profonde, trasformando ogni incontro in un laboratorio di ascolto e autenticità.

Accanto agli incontri letterari si sono svolti laboratori di scrittura creativa, attraverso i quali alcuni detenuti hanno iniziato a lavorare a racconti e romanzi, utilizzando la scrittura come strumento di narrazione consapevole e liberatoria. In segno di gratitudine, i partecipanti hanno donato a Stefania Romito un’opera in ceramica realizzata da loro, simbolo del legame umano creatosi durante il percorso.

Parte integrante del progetto è stata l’iniziativa “Voci dal carcere”, un lavoro di raccolta di interviste alle diverse figure presenti nel carcere – direttore, educatori, agenti e detenuti. Queste testimonianze, insieme agli scritti e alle riflessioni sui testi letterari, saranno raccolte in due volumi curati da Romito e pubblicate anche sul giornale mensile La Voce dell’Alto Verbano, offrendo una finestra autentica sulla realtà carceraria.

Stefania Romito ha espresso ringraziamenti sentiti alla Direttrice Dott.ssa Patrizia Delfino, alle educatrici, agli agenti di polizia penitenziaria e al volontario Pino Cerullo, che insegna ai detenuti l’arte della ceramica. Un ringraziamento speciale va soprattutto ai detenuti, protagonisti del progetto, che con il loro impegno hanno dimostrato come la cultura possa essere uno strumento di libertà interiore e riscatto personale.

La speranza è ora di proseguire il percorso con nuovi cicli di incontri, continuando a condividere emozioni e riflessioni attraverso la letteratura. Come sottolinea Stefania Romito, «la cultura rende liberi non solo chi legge o scrive, ma anche chi ascolta, accompagna e crede nella rinascita possibile di ogni essere umano».