Modugno, voto di scambio politico-mafioso: oggi l’interrogatorio in carcere per l’assessore Antonio Lopez


MODUGNO – Si terrà oggi l’interrogatorio di Antonio Lopez, l’assessore arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul presunto voto di scambio politico-mafioso legato alle elezioni comunali del 2020.

Assieme a lui saranno ascoltate anche le altre cinque persone finite in carcere o ai domiciliari. Resta da capire se gli indagati sceglieranno di rispondere alle domande del gip Giuseppe Montemurro o se si avvarranno della facoltà di non rispondere.

Le accuse e le dimissioni

Lopez, candidato alle regionali 2025 con Forza Italia, si è dimesso ieri da tutte le cariche pubbliche e politiche. La sua posizione, tuttavia, resta particolarmente delicata.
Secondo l’accusa, l’ex assessore avrebbe pagato 25 euro a voto per assicurarsi l’elezione e si sarebbe rivolto al clan Parisi per ottenere sostegno elettorale.

I rapporti con il clan Parisi

Dalle indagini emergono presunti contatti diretti tra Lopez e Michele Parisi, fratello di Savinuccio Parisi, storico boss del quartiere Japigia deceduto pochi mesi fa.
L’assessore si sarebbe recato personalmente a casa di Michele Parisi per installare un condizionatore, e successivamente anche una caldaia a casa di una parente, operazioni per le quali non avrebbe ricevuto alcun compenso.
Solo in seguito, preoccupato per possibili verifiche legate all’inchiesta “Codice Interno”, Lopez avrebbe emesso fattura per regolarizzare i lavori.

Assunzioni e “favori”

Lopez avrebbe inoltre assunto Christian Stragapede, pregiudicato e affiliato al clan Parisi, già impiegato in una società appaltatrice del Comune di Modugno.
Lo stesso Stragapede, intercettato, avrebbe dichiarato di aver portato 150 voti a Lopez, sostenendo di averlo fatto a un “prezzo stracciato”: 25 euro a voto invece dei 50 “praticati a Bari”.

A promettere un posto di lavoro a Stragapede sarebbe stato, secondo gli inquirenti, il sindaco di Modugno, Nicola Bonasia, indagato a piede libero. Tuttavia, il gip sottolinea come il primo cittadino non fosse a conoscenza dei legami di Stragapede con la criminalità organizzata.

Il dopo elezioni

Dopo le elezioni, non avendo ottenuto il lavoro promesso, Stragapede avrebbe lamentato il mancato mantenimento dell’accordo sia con Bonasia che con Lopez.
Alla fine, sarebbe stato lo stesso Lopez ad assumerlo in una delle proprie aziende, ponendo fine alle tensioni.
Il rapporto di lavoro è durato poco più di un anno, al termine del quale Stragapede chiese di essere licenziato per poter ottenere la disoccupazione.
Dalle carte emerge anche che Lopez avrebbe offerto un impiego alla moglie di Parisi, a conferma dei rapporti intercorsi tra l’assessore e ambienti criminali.