Omicidio Di Giacomo, la famiglia chiede 2 milioni di euro di risarcimento. “Un delitto lucido, preparato per vendetta”


BARI – La famiglia di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista ucciso il 18 dicembre 2023 nel quartiere Poggiofranco con sette colpi di pistola, ha chiesto un risarcimento complessivo di due milioni di euro.

Alla sbarra Salvatore Vassalli, operaio 59enne di Canosa di Puglia, reo confesso, accusato di omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dalla minorata difesa della vittima.

Le richieste delle parti civili

Nell’udienza di ieri è stato il turno delle parti civili, rappresentate dalla moglie e dai due figli di Di Giacomo.
I loro legali hanno sottolineato come l’assassinio sia stato “un atto lucido, ossessivo e determinato”, maturato nel tempo.
Il procuratore aggiunto Ciro Angelillis e il pm Matteo Soave hanno ricostruito l’agguato, durato poco meno di due minuti:
alle 20.22 le telecamere della zona hanno ripreso l’auto della vittima mentre rientrava a casa; tre minuti dopo, quella di Vassalli che si allontanava.

“Un omicidio premeditato e spietato”

«Nessuno potrà restituire loro un marito, un padre – ha dichiarato l’avvocato Laforgia, difensore della famiglia Di Giacomo – ma la giustizia serve anche a ristabilire la verità e restituire dignità ai vivi e ai morti.
Abbiamo assistito a un reo confesso che ha cercato di difendersi puntando il dito contro la vittima.
Vassalli ha agito con lucida determinazione, mosso da un rancore che covava da anni».

L’avvocato ha poi aggiunto:
«Non c’è nulla che faccia pensare a colpi esplosi per caso: erano tutti diretti verso parti vitali, a distanza ravvicinata.
Vassalli ha agito per vendetta, convinto che la causa civile intentata dalla figlia contro Di Giacomo avrebbe avuto un esito negativo e che, quindi, non avrebbe ottenuto il risarcimento sperato.
Un disegno che ha continuato a portare avanti anche in aula, offendendo la memoria della vittima».

La versione dell’imputato

L’imputato, che rischia l’ergastolo con isolamento diurno per dieci mesi, sostiene invece di aver reagito a un’aggressione: secondo la sua versione, Di Giacomo lo avrebbe colpito con delle buste della spesa.
Una tesi smentita dagli accertamenti: le buste sono state trovate intatte, con tutto il contenuto al loro interno.

Il movente e i prossimi passi

Al centro del caso ci sarebbe la causa civile intentata anni fa da Ornella Vassalli, figlia dell’imputato, che accusava il fisioterapista di manipolazioni scorrette durante una seduta che le avrebbero provocato danni permanenti.
Per la Procura, è il rancore per quella vicenda ad aver spinto Salvatore Vassalli a pianificare e compiere il delitto.

L’udienza riprenderà il 13 novembre, quando la parola passerà alla difesa dell’imputato.