Neonato morto nella culla termica della chiesa: rinviato a giudizio don Antonio Ruccia


BARI – Il giudice per l’udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio per don Antonio Ruccia, parroco della chiesa di San Giovanni Battista a Poggiofranco, con l’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte del neonato trovato senza vita nella culla termica della parrocchia il 2 gennaio scorso. A processo andrà anche il tecnico Vincenzo Nanocchio, che aveva realizzato l’impianto della culla.

Il Gup ha dichiarato inammissibile la richiesta di patteggiamento a un anno di reclusione avanzata dal sacerdote e concordata con la Procura, dopo che un precedente tentativo di patteggiare a tre mesi era già stato respinto.

Secondo le indagini, il piccolo — di età compresa tra 7 e 14 giorni — sarebbe morto per ipotermia. Il locale dove era stata installata la culla termica, secondo la ricostruzione della Procura, non avrebbe avuto i requisiti necessari a garantire condizioni di sicurezza e temperatura adeguate alla sopravvivenza di un neonato.

Il sistema di allarme e riscaldamento, che avrebbe dovuto attivarsi automaticamente rilevando il peso del bambino e inviare contestualmente una chiamata al cellulare del parroco, non avrebbe funzionato a causa di un cortocircuito. A questo si sarebbe aggiunto un malfunzionamento dell’impianto di condizionamento, che avrebbe immesso aria fredda invece che calda per via di una perdita nel compressore.

A scoprire il corpo del neonato fu il titolare di un’impresa funebre, entrato in chiesa la mattina del 2 gennaio per un funerale.

Il processo per don Ruccia e per il tecnico Nanocchio inizierà il prossimo 5 febbraio.