Bari, chiesta condanna fino a 20 anni per il clan Misceo
BARI - La Procura di Bari ha invocato pene fino a 20 anni di reclusione per i principali esponenti del clan Misceo, attivo a Noicattaro e in altri comuni della provincia. Tra i destinatari della richiesta di condanna figurano Giuseppe Misceo, ritenuto il capo del clan; Luciano Saponaro, uomo di fiducia del boss; ed Emanuele Grimaldi, considerato il braccio armato del clan, tutti con richiesta di 20 anni di carcere.
Pene inferiori sono state richieste per altri affiliati: Giuseppe Patruno, responsabile del sottogruppo Grimaldi, 13 anni; Domenico Anelli, cassiere e incaricato del trasporto della droga, 12 anni; 3 anni e 4 mesi, invece, per i collaboratori di giustizia Domenico Porrelli e Mario Stefanelli.
In totale, gli imputati sono 69: 52 hanno scelto il rito abbreviato, 5 hanno optato per il patteggiamento, mentre gli altri dovranno affrontare il dibattimento. Il Ministero dell’Interno si è costituito parte civile.
Le accuse principali riguardano associazione mafiosa, traffico di droga, porto e detenzione di armi e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo le indagini, la droga veniva acquistata dai clan Palermiti di Japigia e Madonnella, trasportata a Noicattaro e distribuita in diversi comuni baresi tra cui Adelfia, Capurso, Triggiano, Gioia del Colle e Fasano.
Nel processo sono contestati anche due tentati omicidi. Il primo risale al 3 marzo 2021, quando Luciano Saponaro e Luca Belfiore furono raggiunti da numerosi colpi di pistola; secondo l’accusa, Giuseppe Annoscia sarebbe il mandante e Giuseppe Patruno l’esecutore materiale. Il secondo tentato omicidio riguarda l’8 giugno 2012 a Noicattaro: Emanuele Grimaldi avrebbe esploso cinque colpi di pistola contro Giuseppe Mazzei, esponente del clan Di Cosola, su mandato di Mario Stefanelli.
La prossima fase del processo definirà l’esito delle richieste di condanna per i principali membri del sodalizio criminale.
