“Chi lavora la terra non può pagare il prezzo della guerra”: il bilancio di fine anno della Flai Cgil Puglia
BARI - La Flai Cgil Puglia traccia il bilancio di fine 2025 in un contesto segnato da forti tensioni internazionali, crisi agricola e crescenti difficoltà per i lavoratori del settore primario. Un anno che si chiude, sottolinea il sindacato, con un carico crescente di incertezze sociali ed economiche, aggravate dai conflitti in corso in Ucraina e soprattutto in Palestina, dove continua a consumarsi una grave tragedia umanitaria.
La Flai Puglia ribadisce il proprio impegno per la pace, la giustizia sociale e la solidarietà internazionale, richiamando l’adesione al progetto “Pane per Gaza”, promosso unitariamente da Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil a livello nazionale. Un’iniziativa concreta che, secondo il sindacato, rappresenta un modo per costruire pace attraverso azioni tangibili e rafforzare il legame tra i lavoratori, al di là dei confini geografici.
Nel documento di fine anno, la Flai esprime forte preoccupazione per l’orientamento assunto dall’Europa, accusata di aver smarrito la propria vocazione originaria di cooperazione e pace, privilegiando una crescente economia di guerra. In questo quadro si inserisce anche il rischio di un ridimensionamento della Politica Agricola Comune, che potrebbe compromettere ulteriormente l’equilibrio già fragile del sistema agricolo, penalizzando in particolare i piccoli produttori. Una scelta che, secondo il sindacato, sottrae risorse a chi lavora la terra e alimenta nuove disuguaglianze.
Critiche anche al governo nazionale, ritenuto distante dalle istanze dei lavoratori agricoli. La Flai denuncia l’aumento della precarietà, salari inadeguati e un peggioramento delle condizioni di vita, a fronte di una narrazione istituzionale che parla di crescita. In Puglia, evidenzia il sindacato, persistono criticità strutturali, aumento della disoccupazione e marginalizzazione di interi territori, con il rischio concreto di spopolamento. Emblematico resta il caso di Borgo Mezzanone, definito una vergogna nazionale, simbolo di un sistema che continua a tollerare ghetti e sfruttamento.
Nel bilancio annuale, la Flai Cgil Puglia rivendica anche i risultati raggiunti: nel corso del 2025 è cresciuta la rappresentanza sindacale, segnale della fiducia dei lavoratori e della presenza costante del sindacato nei territori più fragili. Un lavoro che si inserisce in una strategia condivisa con la Flai nazionale, rafforzando l’azione sindacale a tutti i livelli.
Guardando al 2026, gli obiettivi indicati sono chiari: intensificare la lotta a ogni forma di illegalità, rafforzare la tutela dei diritti, definire una piattaforma per il rinnovo dei contratti che restituisca dignità ai salari e valorizzare il lavoro nei settori dell’Arif, dei Consorzi di Bonifica e della pesca, ambiti nei quali il sindacato annuncia l’avvio di una forte azione vertenziale.
“La Flai non arretrerà di un passo nella difesa degli ultimi”, conclude il documento. Al centro dell’azione sindacale resteranno gli immigrati, le persone in condizioni di povertà e chi vive il disagio sociale, con l’impegno a portare avanti politiche di pace, solidarietà e giustizia sociale. Per il sindacato, la dignità di chi lavora la terra resta un principio non negoziabile.
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