Ex Ilva, Emiliano a Taranto con sindacati ed enti locali: “Serve intervento diretto della premier e una responsabilità pubblica nel piano di rilancio”
TARANTO - Si è tenuto oggi a Taranto il Consiglio di Fabbrica sull’ex Ilva, alla presenza del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dei sindacati e degli enti locali. Al termine dell’incontro è stato sottoscritto un verbale unitario che chiede al Governo due impegni fondamentali: il rispetto del piano di rilancio basato su quattro forni DRI e quattro forni elettrici (tre a Taranto e uno a Genova) e un intervento diretto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni per garantire una responsabilità pubblica nella realizzazione del progetto.
“Non ci si può più affidare ciecamente a un soggetto privato – ha dichiarato Emiliano – perché un’azienda privata ha logiche diverse da quelle richieste da una questione di interesse nazionale. Chiediamo che la premier riceva al più presto il sindaco, il presidente della Provincia e il presidente della Regione”.
Nel suo intervento, il governatore ha sottolineato come la ristrutturazione dell’impianto sia condizione imprescindibile per affrontare anche le questioni sanitaria e ambientale, ricordando la centralità strategica dello stabilimento e le norme speciali approvate negli anni per garantirne la continuità produttiva.
Emiliano ha richiamato l’incidente di Alessandro Morricella e le scelte legislative che, pur in presenza di impianti insicuri, imposero il proseguimento della produzione. Ha poi ribadito che la decarbonizzazione è una strada obbligata, tenuto conto dell’entrata in vigore dal 2028 della tassazione sulle emissioni di CO2 e dell’insostenibilità economica degli impianti a ciclo integrale.
“Taranto, con quattro DRI, può diventare un polo competitivo a livello europeo – ha spiegato – con un potenziale produttivo straordinario. Il processo libera manodopera nel tempo, ma la realizzazione dei nuovi impianti rappresenta una grande opportunità per lavori e appalti”.
Secondo il presidente, l’accelerazione imposta negli ultimi mesi – tra rigassificatore e conversione anticipata – rischia di trasformarsi in un alibi per abbandonare il progetto industriale. “È sconcertante che il Governo non eserciti pienamente la propria sovranità su una questione strategica. Le contraddizioni sono evidenti”.
Sul fronte occupazionale, Emiliano ha evidenziato come un piano “a corto respiro” significherebbe di fatto la chiusura dello stabilimento, con il rischio di perdere centralità industriale e migliaia di posti di lavoro. “Il piano corto prevede seimila esuberi. Se non è così, il Governo deve chiarire dove stiamo andando”.
Il presidente ha definito la battaglia per l’ex Ilva come una questione decisiva per il futuro industriale italiano: “Il vero patriottismo è lavorare per un’Italia con un ruolo forte in Europa. La redditività degli impianti tutela salute, ambiente e occupazione”.
Ha infine ribadito la necessità dell’unità sindacale e del pieno coinvolgimento degli enti territoriali: “Solo un fronte compatto può evitare lo spezzatino della siderurgia italiana, che sarebbe un errore catastrofico. Taranto ha garantito per decenni la produzione che altrove era stata rifiutata. O se ne esce tutti insieme o non se ne esce”.
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