Il viottolo delle streghe a Statte


MARIO CONTINO*
- A pochi chilometri da Taranto, lungo una strada secondaria apparentemente anonima, esiste un tratto d’asfalto che da decenni solleva interrogativi, attira curiosi e mette alla prova la percezione umana. È conosciuto come viottolo delle streghe, un nome che già da solo suggerisce che qui qualcosa non torna.

Chi vi arriva per la prima volta nota subito l’anomalia: la strada sembra salire, ma le auto, con motore spento e marcia in folle, iniziano a muoversi da sole proprio nella direzione che l’occhio umano interpreta come una salita. Un comportamento che contraddice le leggi più elementari della fisica e che ha reso questo luogo uno dei più discussi della provincia ionica.

Il fenomeno non è isolato. Strade simili esistono anche in altre zone d’Italia e all’estero, ma quella di Statte è diventata nel tempo una sorta di caso locale, alimentato da racconti folkloristici, verifiche sul campo e passaparola. Numerosi automobilisti hanno sperimentato direttamente l’effetto: percorrendo il tratto in senso opposto, laddove la strada dovrebbe scendere, il veicolo appare frenato, come se stesse affrontando una salita invisibile. Un’inversione percettiva che lascia perplessi anche i più razionali.

Nel corso degli anni sono state avanzate diverse ipotesi. Alcuni parlano di forti campi magnetici presenti nel sottosuolo, capaci di influenzare i veicoli; altri hanno ipotizzato la presenza di radiazioni anomale, forse legate all’intensa attività industriale che caratterizza da decenni l’area tarantina. Non mancano, infine, le interpretazioni più estreme, che chiamano in causa presunte presenze extraterrestri, sostenute da segnalazioni di luci insolite osservate di notte nei pressi della stradina.

Le verifiche, ovviamente, non sono mancate. Sul posto si sono recati curiosi, fotografi, appassionati di mistero e anche gruppi di indagine razionale, che hanno effettuato misurazioni e controlli strumentali. I risultati, almeno dal punto di vista scientifico, sembrano convergere verso una spiegazione precisa: il fenomeno sarebbe dovuto a un’illusione ottica. Il contesto ambientale, privo di riferimenti visivi affidabili, unito a un leggerissimo dislivello del terreno, indurrebbe il cervello a interpretare come salita un tratto che in realtà è in lieve discesa. Le misurazioni con altimetro parlano di un dislivello complessivo di circa trenta centimetri, sufficiente a far muovere un’auto senza alcun intervento esterno.

Eppure, anche di fronte ai dati, il viottolo delle streghe continua a resistere come luogo di confine tra il normale e il paranormale. A rafforzare l’aura di mistero del luogo contribuisce un episodio drammatico del passato. Lungo la strada è presente un’edicola commemorativa che ricorda la morte di un giovane camionista colpito da un fulmine nel 1949 mentre cambiava una ruota sotto la pioggia. È proprio in prossimità di questo punto che, secondo molte testimonianze, non solo le auto, ma anche oggetti fatti rotolare sul manto stradale tenderebbero a fermarsi o a tornare sempre nello stesso punto, come attratti da una forza invisibile che molti attribuiscono allo spettro del ragazzo.

Raggiungere il luogo non è semplice; spesso i visitatori impiegano molto tempo per individuarlo. Chi sceglie le strade interne attraversa un territorio ricco di tracce storiche: zone rupestri, pinete, masserie abbandonate, piccoli gruppi di trulli e, sullo sfondo, l’apertura improvvisa del golfo di Taranto, che regala uno dei panorami più suggestivi dell’intera area e certamente predispone la mente all’illusione del paranormale.

Alla luce di tutte le verifiche effettuate, il quadro appare chiaro dal punto di vista tecnico, ma meno netto sotto il profilo umano. Il viottolo delle streghe dimostra come un semplice tratto di strada possa trasformarsi in un caso, in un racconto collettivo, in un simbolo della disperata ricerca umana di qualcosa che vada oltre la realtà terrena.

* Lo scrittore del mistero