Omicidio Trotta, ergastolo per l’esecutore e vent’anni al basista: la sentenza della Corte d’Assise di Foggia


FOGGIA - Ergastolo per l’esecutore materiale e vent’anni di reclusione per il basista. È la sentenza pronunciata nel tardo pomeriggio dalla Corte d’Assise di Foggia per l’omicidio di Omar Trotta, il 31enne ucciso a Vieste nel luglio di otto anni fa, all’interno del suo ristorante, in un agguato maturato nel contesto della guerra di mafia garganica.

I giudici hanno condannato alla pena del carcere a vita, con un anno di isolamento diurno, il 36enne Angelo Bonsanto, ritenuto responsabile materiale del delitto. A Gianluigi Troiano, invece, è stata inflitta una condanna a vent’anni di reclusione: l’uomo, indicato come basista, è oggi collaboratore di giustizia ed è stato in passato braccio destro dell’ex boss Marco Raduano.

Quest’ultimo, anch’egli pentito, era già stato condannato con rito abbreviato per la stessa vicenda. Nel procedimento sono stati coinvolti anche altri imputati, giudicati separatamente con il rito alternativo. Resta invece senza nome il secondo killer che partecipò all’agguato e che, a distanza di anni, non è mai stato identificato.

L’omicidio di Omar Trotta rappresenta uno degli episodi più gravi e simbolici della sanguinosa faida che per anni ha insanguinato il Gargano, segnando profondamente il territorio e il tessuto economico e sociale della zona. Con questa sentenza, la giustizia mette un punto fermo su uno dei delitti più efferati di quella stagione criminale.