Sostegno a Kiyv. L’ora della grande mano francese

ROBERTO BERLOCO - La piĂą attesa. E, alla fine, l’ora della grande mano francese venne! Nell’aria da tempo, lasciata presagire da dichiarazioni ufficiali o informali dell’Eliseo, la volontĂ  dei Transalpini ad intervenire in modo piĂą ampio di quanto si sia fatto finora da parte del resto degli Alleati europei, si è palesata pubblicamente durante l’ultima parte di Novembre dell’anno corrente.

Probabilmente o forse no, sfugge che, tra i Paesi del Vecchio Continente al fianco del Governo di Kyiv fin dalle prime battute della guerra, la Francia non abbia solamente corrisposto sostegno economico e militare, ma si sia spinta piĂą di una volta, a voce dello stesso Presidente Macron, a mettere sul tavolo l’idea concreta di un diretto intervento di propri reparti nel teatro bellico ucraino.

Un’ipotesi respinta fermamente in ambienti NATO, dove la regìa dominante degli USA non avrebbe mai ammesso una improvvisa e rapida soluzione del conflitto a sola firma francese. PerchĂ© anche una grande potenza come quella statunitense può soffrire di gelosia di scena, bisogna farsene una pace, ma, soprattutto, prima o poi, una granitica chiarezza finale.

Alla firma dei quella che comunque è una dichiarazione d’intenti - e non un contratto di vendita - tra Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky, avvenuta il 17 Novembre nella capitale dei lumi, sono stati ben cento i “Rafale F4” assicurati per rinvigorire adeguatamente l’aviazione ucraina, ormai allo stremo nel confronto con la Russia, malgrado l’elevato valore dei suoi piloti. Ma non solamente aerei da combattimento. Nella dotazione accordata da Parigi ci sono anche sistemi di difesa Samp/T, meccanismi radar avanzati per la difesa dei cieli, missili aria-aria e bombe dal vario calibro.

L’intera commessa sarĂ  consegnata gradualmente entro il 2035, e, per la sua mole, lascia chiaramente intendere quanto l’Esagono tenga all’incolumitĂ  del Paese aggredito. Un atteggiamento, quello istituzionale di Parigi verso lo Stato dell’Oriente slavo, non compulsivamente a ruota di quello statunitense, come nel caso dell’Italia della Meloni, ma maturato con sereno coraggio e attuato in piena autonomia, sia pure armonicamente alla politica di Bruxelles e alla visione degli Alleati in materia.

I “Rafale” promessi sono tutti di ultima generazione e si intendono forniti non solo di armamenti, ma pure dei relativi programmi di addestramento (basti pensare che ci vogliono almeno tre anni per formare un pilota ad operare con questo apparecchio). Caccia a reazione dalla tecnologia assai avanzata e d’impiego multiruolo, i velivoli francesi, prodotti dalla Dassault Aviation, spiccano rispetto agli analoghi statunitensi per la loro eccezionale manovrabilitĂ  e la straordinaria efficienza. Insomma, un sicuro asso vincente a disposizione dell’Armata di Kyiv.

I sistemi Samp/T sono invece meccanismi estremamente efficaci per neutralizzare un ventaglio ampio di minacce aeree e missilistiche, in Italia giĂ  ben conosciuti in quanto a corpo degli armamenti in forza al 4° Reggimento Artiglieria Controaerei “Peschiera” di Mantova e al 17 Reggimento Artiglieria Controaerei “Sforzesca” di Sabaudia.

Attrezzatura specifica, missilistica di varia potenza e diversi “Mirage” giĂ  consegnati rappresentano, invece, il resto meno pubblicizzato della fornitura, ma non per questo meno essenziale per la difesa ucraina.