Tarantini, chiuso il capitolo giudiziario: dopo 16 anni e 11 processi scontata l’ultima condanna
BARI - Dopo oltre sedici anni e undici procedimenti giudiziari, si chiude definitivamente il capitolo penale di Gianpaolo Tarantini. L’imprenditore barese, divenuto noto tra il 2008 e il 2009 per aver organizzato la presenza di escort alle cene nelle residenze private dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha concluso ieri l’ultimo periodo di affidamento in prova ai servizi sociali, terminando così di scontare tutte le condanne a suo carico.
Nel complesso, Tarantini ha trascorso 29 giorni in carcere, 11 mesi agli arresti domiciliari e poco più di cinque anni affidato ai servizi sociali. In quest’ultima fase si è occupato della distribuzione di pasti e abiti ai bisognosi, ha insegnato un mestiere a un ex detenuto disabile, ha seguito un percorso psicoterapeutico e ha continuato a lavorare. Ieri, 21 dicembre, è stato il suo ultimo giorno di attività socialmente utile.
Tra le condanne più rilevanti, quella a 2 anni e 10 mesi di reclusione – ridotta in appello dai 7 anni e 10 mesi inflitti in primo grado – per reclutamento e favoreggiamento della prostituzione. Il cosiddetto processo “escort” ha ricostruito, anche attraverso le testimonianze delle donne coinvolte, le serate organizzate a Palazzo Grazioli, Villa Certosa e Arcore, delineando quello che i giudici hanno definito un progetto di “frenetica ascesa sociale”. Le dichiarazioni di Tarantini hanno inoltre consentito ai pm di Bari di avviare ulteriori procedimenti nei confronti di politici, amministratori e imprenditori.
Dei complessivi undici processi affrontati, quattro si sono conclusi con condanne definitive; gli altri con assoluzioni, archiviazioni o prescrizioni. Oltre alla vicenda escort, Tarantini è stato condannato a 1 anno e 4 mesi per una turbativa d’asta del settembre 2009 e a 1 anno e 8 mesi per detenzione e cessione di droga risalenti al 2008. Per queste tre condanne, riconosciute in continuazione, ha scontato complessivamente quattro anni. È rimasto invece escluso dal vincolo della continuazione il patteggiamento a 3 anni e 3 mesi per bancarotta fraudolenta.
Secondo i giudici, i reati di prostituzione e droga erano funzionali all’ottenimento di vantaggi nel settore della pubblica amministrazione, in particolare per favorire appalti a società riconducibili all’imprenditore. In questo quadro rientrerebbe anche la turbata libertà degli incanti, inserita in un disegno ritenuto “ambizioso e lungimirante”, concentrato in un arco temporale ristretto tra il 2008 e il 2009.
La concessione della continuazione per tre condanne è avvenuta su istanza del difensore Nicola Quaranta, che ha assistito Tarantini sin dalla prima perquisizione del maggio 2009, nell’ambito di un’indagine per corruzione e turbativa d’asta nella Asl, fino all’incidente di esecuzione definito nel novembre 2025 dalla Corte d’Appello di Bari. Con la conclusione dei servizi sociali, si chiude ora definitivamente una delle vicende giudiziarie più emblematiche degli ultimi anni.
