Torna il Presepe Vivente di Palombaio, un percorso di cuori in ricerca
Sabato 20 dicembre alle 18.30 l’inaugurazione, poi altre sette aperture fino al 6 gennaio
Mancano pochi giorni all’inaugurazione dell’edizione 2025 del Presepe Vivente di Palombaio. Sabato 20 dicembre alle ore 18.30 infatti si apriranno le porte del Parco “Gaetano Vacca”, nella frazione più vicina a Bitonto, dando la possibilità a tutti i visitatori di poter finalmente ammirare il paesaggio pensato da costruttori e volontari dell’associazione San Gaspare Bertoni ANSPI e della Parrocchia Maria Santissima Immacolata.
Saranno ben otto le serate di apertura: oltre al 20 dicembre, il villaggio presepiale sarà aperto nelle seguenti date: 21-25-26-28 dicembre e 3-4-6 gennaio.
Per due anni tra i dieci presepi viventi più belli d’Italia secondo una classifica promossa da SkyTG24, il Presepe Vivente di Palombaio ha ottenuto anche quest’anno i patrocini del Comune di Bitonto e del Presidente della Giunta regionale pugliese, a dimostrazione che il lavoro svolto dai palmaristi ha ormai travalicato il “confine” comunale, considerando l’evento di caratura regionale. Più volte negli scorsi anni si sono registrate presenze anche da fuori regione che hanno reso orgogliosi i volontari del lavoro certosino svolto, guidati da Padre Fulvio Procino, parroco di Palombaio e Presidente dell’associazione ANSPI.
«Ogni anno a Natale ci riproponiamo come obiettivo quello di riaccendere dentro di noi un fuoco – sono le parole di Padre Fulvio Procino presentando l’edizione 2025 del Presepe Vivente – Troppe volte, però, lo ricerchiamo nella semplice espressione della “magia del Natale”, nel "dover essere più buoni perché a Natale si può". Ma tante volte le nostre attese e le nostre speranze vengono deluse da ciò che ci circonda e da ciò che, spesso, è anche dentro di noi. Guerre, violenze, inquinamento, perdita del senso di umanità sembrano essere realtà , atteggiamenti e sentimenti che hanno la meglio su di noi e sul nostro desiderio di bene e di buono. Ogni anno, guardando i presepi che realizziamo nelle nostre case, o visitando il presepe vivente di Palombaio, ci siamo detti che dovremmo ripartire da qui: da Cristo. Guardando a Lui per non perdere la capacità di camminare su questa terra. Ma troppe volte presto dimentichiamo il nostro impegno, presi come siamo dalla ricerca di ottemperare ad ogni cosa, sempre pronti ad un attivismo che ha la presunzione di farci sentire i primi, i migliori, i giusti. E così ritorniamo alla nostra vita, alle nostre cose, smarriti, scoraggiati, quasi completamente delusi. Anche noi siamo come i discepoli di Emmaus che, pur avendo fatto esperienza di Gesù, erano stati traditi nelle loro aspettative dalla Sua morte e tornano delusi alle loro case. È proprio per curare questo atteggiamento che noi, quest'anno, in comunione con la nostra diocesi, vogliamo riproporre come chiave di lettura del nostro presepe l’esperienza di quei discepoli che nel cammino della loro delusione, fanno l’esperienza di un cammino di rilettura della propria vita e dell’incontro con Gesù, unico Maestro e Signore. Anche noi, come i discepoli, ci ritroviamo in cammino lungo la via, presi dalle nostre paure e dalle nostre delusioni. Anche noi speravamo che l'incontro con Gesù, il bambino posto nella mangiatoia cambiasse la nostra vita, ma invece sembriamo essere sempre più insoddisfatti».
«Vi invitiamo quindi a camminare attraverso questo villaggio, fatto di persone, di incontri, di luoghi ma soprattutto di cuori in ricerca. Attraversiamo il piccolo villaggio della Betlemme palmarista, guardiamo i volti di quelle persone che hanno accolto Cristo, che lo hanno rifiutato, che si sono lasciati sconvolgere la vita: come i pastori, come i Magi, come Maria e come Giuseppe ma oserei aggiungere come tutti coloro che in questi giorni stanno mettendo a disposizione il loro tempo, le proprie energie, rinunciando anche a qualche momento di relax. E, insieme con loro, ritorniamo a cibarci di Cristo. Il Bambino che nasce a Betlemme (in quella casa del pane) diventa per ognuno di noi occasione di convivialità , di incontro con i fratelli e con Dio. È nella nostra quotidianità che lo incontriamo, è nelle nostre strade che lui cammina con noi, è nella capanna del nostro cuore, che l’accoglienza di lui dilata, che Egli si ferma e facendosi Pane si lascia spezzare perché io viva di lui e in lui» conclude Padre Fulvio Procino.
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