Tre giovani pugliesi salvano vite con il trapianto di midollo osseo al Policlinico di Bari


BARI - Nei primi venti giorni di dicembre, il reparto di Ematologia con Trapianto del Policlinico di Bari ha registrato tre espianti di midollo osseo da donatori non familiari, il quinto caso complessivo del 2025. Si tratta di giovani pugliesi che, in maniera del tutto anonima, si sono sottoposti volontariamente a questa complessa procedura, permettendo a pazienti con gravi patologie ematologiche di ricevere un trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche, spesso l’unica possibilità curativa disponibile.

Il direttore del reparto, Prof. Pellegrino Musto, ha sottolineato l’importanza della donazione di cellule staminali e ha elogiato la generosità dei giovani donatori, evidenziando come queste azioni possano salvare vite senza che i pazienti conoscano mai l’identità dei donatori.

La procedura si rende necessaria quando non è possibile utilizzare cellule staminali provenienti dal sangue periferico del donatore compatibile. In questi casi, il trapianto allogenico rappresenta spesso l’unica terapia potenzialmente curativa per tumori del sangue come leucemie acute, neoplasie mielodisplastiche, mielofibrosi o patologie non neoplastiche come aplasia midollare, anche in tempi di terapie innovative come le CAR-T.

Secondo Paola Carluccio, responsabile del Programma trapianti in Ematologia del Policlinico di Bari, i trapianti da donatori non familiari, detti Matched Unrelated Donor (MUD), sono sempre più frequenti a causa della ridotta disponibilità di donatori familiari. Al Centro Trapianti del Policlinico di Bari sono stati effettuati finora 408 trapianti allogenici, di cui 24 nel 2025, con 11 da donatori MUD provenienti da registri internazionali.

Il Prof. Musto ha inoltre ringraziato tutto il personale coinvolto nella complessa organizzazione dei trapianti, dai medici agli infermieri, dal Laboratorio di Tipizzazione Cellulare alla Medicina Trasfusionale, e ha ricordato il fondamentale ruolo dell’Associazione Donatori di Midollo Osseo (ADMO) nel sensibilizzare e reclutare nuovi donatori.

Questi gesti di generosità dimostrano come anche in anonimato sia possibile fare la differenza, offrendo ai pazienti una concreta possibilità di guarigione e ridando speranza alle famiglie colpite da gravi patologie ematologiche.